Quarta edizione della rassegna “Manzoni Cultura”

Otto appuntamenti in partnership con Mondadori per intervistare celebrità del mondo della cultura. «Oggi serve un'arte libera dal politicamente corretto» dice l'ideatore del format, Edoardo Sylos Labini

Per promuovere la cultura nella sua accezione più ampia (arte, spettacolo, musica e letteratura) due big storici del panorama culturale milanese e italiano si sono uniti in partnership e hanno dato vita a un cartellone inedito di appuntamenti in cui i personaggi più amati del mondo della cultura si raccontano. Il Teatro Manzoni di Milano, uno dei più importanti teatri privati d’Italia, e Mondadori Megastore di Piazza Duomo, la principale sede milanese della rete di librerie, saranno i due palcoscenici della rassegna culturale “Manzoni Cultura”, quest’anno alla sua quarta edizione. L’attore e regista Edoardo Sylos Labini, ideatore della rassegna, intervisterà durante otto appuntamenti alcune celebrità sul dietro le quinte del loro lavoro e il pubblico sarà invitato ad intervenire per interfacciarsi con gli ospiti. «Come attore ho sostenuto diverse interviste, poi nel 2013 ho fondato IlGiornaleOFF.it, media partner di questa rassegna, e son passato dall’altro lato della barricata, facendo io le domande. Chiedevo agli intervistati aneddoti sulla loro vita privata perché volevo svelare la personalità dietro la maschera» racconta Labini durante la conferenza di presentazione di “Manzoni Cultura”, tenutasi mercoledì 13 settembre al Mondadori Megastore. «Ho poi avuto l’idea di riproporre lo stesso format dal vivo e così è nata questa rassegna».

“Manzoni Cultura” si aprirà il 2 ottobre con il “cantastorie” Davide Van De Sfroos, celebre per i testi in dialetto comasco e vincitore di due Premi Tecno. Ambra Angiolini e Matteo Cremon, i due protagonisti dello spettacolo La guerra dei Roses di Warren Adler, saranno gli ospiti dell’appuntamento del 22 novembre. L’attore, registra teatrale e cinematografico Vincenzo Salemme racconterà la propria carriera il 18 dicembre. L’8 gennaio Alex Zanardi, vincitore di Formula 1 ma privo di gambe dopo un grave incidente, parlerà di sé, della sua tenacia e del suo amore per lo sport. L’1 febbraio lo scrittore Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale degli Italiani, spiegherà il suo interesse per i grandi personaggi del passato patrocinando lo spettacolo teatrale “D’Annunzio Segreto” di Edoardo Sylos Labini. Selvaggia Lucarelli, blogger e scrittrice, parlerà di sé e della sua carriera il 12 marzo. L’11 aprile Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia, una delle coppie più apprezzate nel panorama teatrale italiano, torneranno insieme sul palcoscenico con lo spettacolo Non mi hai più detto ti amo. Si chiuderà il 9 maggio con Corrado Tedeschi, da sempre diviso tra la passione per il calcio e il teatro. Le varie interviste, che si dividono tra il Teatro Manzoni (ingresso a pagamento) e il terzo piano di Mondadori Megastore (gratuito), saranno accompagnate da immagini, video inediti e musiche live di Alice Viglioglia. Oltre a Mondadori Store, i main sponsor della rassegna sono Elior e Human Tecar.

La rassegna però vuole dare spazio anche a «un mondo culturale che oggi non ha voce», spiega Labini, cioè quello delle associazioni culturali. Per loro è stato creato il marchio ”Cultura e identità” e le associazioni, di cui si parlerà anche su IlGiornaleOFF.it, saranno presenti con i loro desk al Teatro Manzoni. «Oggi il vero mecenate non è più lo Stato, ma le imprese» dice Labini. «Per questo lancio un’idea provocatoria: creare la figura del direttore artistico aziendale che comunichi l’azienda attraverso le opere d’arte. In questo modo cultura e business si sostengono a vicenda». Parlando con tempi.it, aggiunge: «Spetta poi all’artista il compito e la capacità di trasformare un messaggio, anche istituzionale o commerciale, in un’opera d’arte, in qualcosa di eccezionale. Del resto l’arte è il riflesso dei suoi tempi e anche il Rinascimento è nato così, sulla scia delle committenze di famiglie facoltose».

Se si vuole salvare la cultura però è indispensabile coinvolgere anche la politica: «Serve una classe dirigente interessata a questo tema. E poi bisognerebbe guardare al progetto utopico in parte riuscito di Marinetti, il partito degli artisti: il poeta unì un gruppo di artisti e li fece viaggiare a proprie spese per far conoscere l’arte e la cultura italiana nel mondo, aprendo così le porte all’avanguardia e creando l’unico movimento italiana del Novecento di fama internazionale. Certo, oggi il mondo della comunicazione è completamente cambiato, però un presidio culturale-artistico nel nostro paese va creato e dobbiamo portare il tema dell’arte e della cultura in Parlamento». Una delle riforme necessarie, per esempio, sostiene Labini, riguarda i teatri: «La tax credit e la defiscalizzazione applicate al mondo del cinema dovrebbero valere anche per lo spettacolo dal vivo. Una misura del genere libererebbe nuove energie, attirerebbe i produttori e creerebbe più lavoro. La situazione attuale è molto critica perché l’ultimo decreto sui teatri è una follia, d’aiuto solo a pochi teatri pubblici nazionali, ma insufficiente per quelli privati».

Ma è altrettanto fondamentale, secondo Labini, un atto di coraggio da parte dell’artista: «Come insegna D’Annunzio, l’artista deve osare sempre. Deve essere controcorrente e opporsi a questa omologazione delle menti che il mondo del politicamente corretto impone e che ha creato per interessi economici». Labini stesso, pur continuando a recitare, ha messo in secondo piano il suo ruolo di attore proprio per «essere portavoce di un movimento culturale innovativo. “Cultura e identità” deve diventare un nuovo marchio nel settore culturale per dare voce a tutte quelle associazioni culturali che se non scelgono uno schieramento politico, di fatto quello di sinistra, vengono ghettizzate».

Mondadori Megastore condivide l’appello di Labini al sostegno delle aziende. «Visto lo stato in cui riversa la cultura, bisogna fare affidamento sulla sensibilità di imprese private verso il tema dell’arte. Certo, ci si aspetterebbe un maggior supporto da parte del sistema statale» dice Francesco Riganti, direttore marketing Mondadori Retail. «La nostra azienda da tempo promuove progetti culturali e lavora anche in collaborazione con i teatri, soprattutto a Milano. Perciò abbiamo colto in “Manzoni Cultura” l’occasione per portare avanti questa nostra missione».

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