Profughi siriani in Trentino Alto Adige. «Scappano dalla guerra. Vogliono proseguire verso nord»

Alla frontiera del Brennero stanno affluendo in queste ore gruppi sempre più consistenti di cittadini siriani che scappano dalla guerra civile

Gli echi di guerra rimbalzano dalla Siria persino in Trentino Alto Adige. Alla frontiera del Brennero stanno affluendo in queste ore gruppi sempre più consistenti di  cittadini siriani che scappano dalla guerra civile. Un percorso migratorio di antica memoria, tornato d’attualità perché l’intenzione di questi profughi è quella di raggiungere al più presto la Germania, dove intendono ricongiungersi con parenti e amici che già vi risiedono. L’Austria è esclusa perché applica alla lettera e con estremo rigore gli accordi di Schengen: quindi respinge immediatamente in Italia i siriani, senza esitazioni di sorta, compresi interi nuclei familiari, con donne in avanzato stato di gravidanza, bambini, malati, anziani. Senza nemmeno tener conto che i migranti, in questo caso specifico, viaggiano anche su auto di grossa cilindrata, con le quali hanno percorso l’Italia da Sud a Nord, indossano abiti di buona fattura, dimostrano di avere disponibilità economiche.

GERMANIA E AUSTRIA. La Germania invece  – che ne ha già accolti 4.500, come hanno fatto anche Regno Unito, Danimarca, Svezia – adotta, tanto più in questi casi, criteri più elastici e umani.
La polizia tirolese, per voce del suo portavoce Peter Gantioler, ammette a denti stretti che è si in atto l’afflusso dei siriani, ma sostiene che «si tratta di persone senza documenti certi (come se fosse naturale recuperare passaporti e addirittura visti d’ingresso mentre si fugge dalle proprie case bombardate! ndr) e che soprattutto non intendono sottoporsi all’iter burocratico per chiedere formalmente asilo politico all’Austria, quindi li consegniamo alle autorità italiane».
Ieri mattina, su un treno rapido diretto a Innsbruck i poliziotti austriaci hanno bloccato 5 nuclei familiari, formati da 5 uomini, 5 donne (di cui una gravida) e ben 15 bambini. Il giorno precedente la stessa sorte è toccata a 19 migranti provenienti dalla zona di Aleppo. Stamattina sarebbero stati fermati al confine col Brennero altri nuclei familiari siriani, si parla di almeno 10 gruppi ognuno di 5/6 persone (ma la notizia al momento non è stata ancora ufficialmente confermata da Bolzano.

«SONO ESSERI UMANI». Stefano Mamani, Capo Gabinetto della Questura di Bolzano, sostiene che attualmente nei tre centri di accoglienza gestiti dalla Provincia autonoma sono presenti un centinaio di persone e tra queste solo uno è sicuramente siriano.
Mentre Silvia Volpato dell’ufficio provinciale competente, spiega che «siamo di fronte alle solite tristi questioni/giustificazioni. Questi siriani in fuga sono persone colte, conoscono le lingue, molti di loro sono cristiani, sanno quindi perfettamente cosa avviene nei nostri cosiddetti “Centri di Accoglienza”, quindi hanno tutti i motivi per temere di restare bloccati in Italia per mesi e di non poter proseguire il loro viaggio verso Nord, dove hanno amici, parenti, molto spesso addirittura anche un posto di lavoro».
Il responsabile della Caritas per l’Alto Adige, Leonhard Voltmer, è indignato. «Parliamo di esseri umani che fuggono dalle peggiori atrocità, sono persone, intere famiglie, che scappano da una guerra civile in atto da mesi, che hanno alle spalle una lunga odissea, durante la quale sono stati respinti anche cinque, sei, sette volte. Quindi provano, ci riprovano e continueranno a farlo nella speranza che la prossima volta sia quella buona, perché magari incontreranno dei poliziotti dotati di compassione e carità».

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