Esce la prima biografia francese del “divino Chesterton”, l’anticonformista gioioso

«Ha inondato la mia vita di gioia» racconta François Rivière. «Anche Kafka, leggendolo, diceva: "Questo tizio è così gioioso che si vede subito che ha incontrato Dio"»


«Chesterton ha accompagnato la mia vita e ha inondato di gioia alcune delle sue ore più belle». Ecco perché François Rivière, gigante del fumetto francese con le serie Albany e Blitz, amante e storico del giallo, romanziere, ha deciso di scrivere la prima biografia francese del grande scrittore inglese, intitolata Le Divin Chesterton.

«CHESTERTON PROCURA GIOIA». Rivière ha scoperto il polemista a 15 anni, quando il suo professore d’inglese, l’abate Eugène, gli ha passato un paio di libri. Pur nella difficoltà della lettura, si è accorto che «le sue parole, i suoi paradossi, la sua arte di manipolare le immagini, i clichés, sia nei romanzi che nei saggi, procuravano un’autentica gioia».

UN ALTRO MONDO. Leggere padre Brown, rivela al Le Monde, era come entrare «in un mondo capovolto, a testa in giù, dove si vedono le cose in modo diverso, ma paradossalmente si vedono meglio». Chesterton non è l’unico autore inglese ad essere capace d’inventare altri mondi, «ma è il solo che ti dà la sensazione che un altro mondo è abitabile. La gioia viene proprio dalla sensazione di essere in un altro mondo».

L’INCONTRO CON DIO. Ma qual è per Rivière il segreto di Chesterton? «Lo scrittore aveva l’audacia di pretendere che Dio avesse il senso dell’umorismo. Kafka, leggendolo, diceva: “Questo tizio è così gioioso che si vede subito che ha incontrato Dio”». (…) Lui ci credeva [in Dio] perché aveva realmente incontrato qualcuno, “la Cosa”, come la chiama. E non aveva paura di dire che tutte le altre religioni, soprattutto quelle orientali, erano fantasie. L’unica vera, secondo lui, era il cattolicesimo, sinonimo di gioia».

«ANTICONFORMISTA ASSOLUTO». Rivière ama anche il carattere anticonformista di Chesterton, che si è convertito al cattolicesimo nel 1922, un momento in cui significava «prendere in contropiede tutto il modernismo e l’intellettualismo dittatoriale». Il polemista, invece, «faceva del conservatorismo l’unica garanzia del progresso» lottando contro «l’ordine stabilito, quello dell’aristocrazia anglicana. Questo è anticonformismo assoluto».

DIVENTARE ORDINARIO. Il fumettista e scrittore ama tutto dello scrittore inglese: i romanzi, i saggi, i gialli, i racconti. «Ma non bisogna neanche dimenticare il poeta Chesterton. Ha scritto un poema in cui ogni strofa finisce così: “E va bene, non mi suiciderò stasera!”». E perché Chesterton ha fatto tutte queste cose? Per diventare «ordinario», cioè ordinato alla creazione intera, «ben inteso, sotto lo sguardo vigile di Dio».

@LeoneGrotti

Exit mobile version