Prezzi astronomici, curve vuote e appelli video. Tifosi addio

Ieri a Torino c'erano 11mila seggiolini vuoti. Il tutto esaurito è a rischio anche per il derby meneghino di domenica. E in Serie B si viaggia su medie di 2-3mila spettatori. Viaggio nella crisi del tifo, tra pay-tv e tessere del tifoso.

L’immagine dello Juventus Stadium mezzo vuoto per il suo esordio ufficiale in Champions League di ieri è una cartolina che consegna violentemente all’Italia un problema: quello dell’affluenza dei tifosi, in netto calo non solo a Torino. La protesta della tifoseria bianconera è spiegabile con le politiche societarie sui prezzi dei biglietti (il settore più popolare era in vendita a “solo” 40 euro), ma un video apparso sul web nei giorni scorsi rilancia il problema, coinvolgendo altre due grandi squadre: è quello che il Milan ha pubblicato sul suo sito internet, lanciando un appello al suo pubblico, perché si presenti numeroso alla sfida di domenica sera, il derby contro l’Inter. 55mila sono i biglietti che, ad oggi, la dirigenza ha staccato tra abbonamenti e vendita diretta: cifra bassa, ben lontana dal tutto esaurito che sempre ha fatto rima con la stracittadina meneghina, e per la quale va a parziale scusante il pessimo stato di forma della squadra di Allegri.

LE CAUSE. Che la gente appassionata di gradinate e seggiolini sia in forte calo non è notizia di oggi: il crollo delle affluenze è una costante degli stadi italiani ormai da un po’ di anni, e c’ha pensato l’istituto di ricerca Demos-Coop a dare tratti chiari a questa crisi. Il calcio italiano deve registrare un calo del tifo del 13% negli ultimi tre anni, stando ai dati pubblicati dall’indagine uscita solo 2 settimane fa. Tra tabelle e torte percentuali, c’è un dato che fa molto riflettere: è relativo alla proporzione di tifosi amanti dello stadio, pari solo al 23%, contro il 53,5% di chi segue lo sport tramite piattaforme televisive a pagamento e il 64,7% di chi lo guarda in chiaro. Sono numeri che evidenziano una delle ragioni: l’aumento di soluzioni comode e, talvolta, anche economiche per seguire gli eventi tramite la tv. Se posso guardarmi la partita comodamente da casa, seduto sul mio divano, con immagini in HD, inquadrature svariate, audio d’eccellenza, perché farsi lo sbattimento di andare allo stadio?

LA DIFFICILE VITA DA STADIO. La verità è che andare allo stadio è qualcosa che costa sempre più fatica. Ieri l’ingresso alla curva dello Juventus Stadium costava 40 euro, 90 il tagliando dei distinti, mentre gli abbonamenti annuali allo stadio bianconero sono cresciuti da 275 euro a 350: il botteghino ride sì, perché ieri la Juve ha tirato su 1.515.836 euro (il quinto incasso di sempre) ma a farne le spese sono i supporters più semplici e “popolari”, quelli che magari allo stadio ci sono andati sempre e ora, metteteci anche per la crisi economica, tutti quei soldi da spendere non ce li hanno. E se vogliamo estendere il fenomeno a tutta Italia, non è che i numeri siano confortanti: la crisi del calcio italiano orfano di top player e prestigio europeo motiva solo in parte il crollo di biglietti e abbonamenti, così come i recenti scandali extra-sportivi esplosi quest’estate. Pochi club sono esenti da questo crollo: la Serie B, se si esclude il caldissimo Bentegodi di Verona, viaggia ormai su medie di 2-3 migliaia di presenti ogni domenica, a San Siro domenica sera per il match tra Inter e Fiorentina c’erano poco più di 41mila tifosi, metà dello stadio. Non si può fare a meno di farsi domande sull’efficacia della tessera del tifoso, osteggiata ancora da tante curve, così come non si può fare a meno di farsi domande su quali siano i veri interessi dei club, più preoccupati degli accordi economici con le pay-tv che di venire incontro ai propri tifosi. Certo, è comprensibile l’importanza che si dà a questi guadagni (inutile è, se no, continuare a piangere perché il nostro pallone è bistrattato da tutto il mondo) ma almeno un tentativo per trovare un compresso andrebbe fatto. Altrimenti dobbiamo abituarci a vedere stadi vuoti. E sai poi che spettacolo noioso alla tv…

@LeleMichela

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