Politica e social network/1: Dopo Casini, anche Letta posta il suo scoop

I politici sempre più attirati dai social network: il leader dell'Udc è un fan di Twitter come Maurizio Lupi, che con il suo iPhone anticipa persino le agenzie di stampa. Enrico Letta duella con Renzi e pubblica foto dei suoi avversari. A tempi.it Monica Nardi, responsabile comunicazione del vicesegretario del Pd, racconta come sta cambiando il rapporto tra politici, cittadini e stampa

Giovedì scorso, mentre si teneva il vertice con il premier Monti, lo scoop l’ha firmato direttamente uno dei protagonisti del meeting, il leader dell’Udc Pierferdinando Casini. Che su Twitter con l’hashtag #siamotuttiqui ha pubblicato una sua foto insieme ai leader del Pd Pierlugi Bersani, al segretario del Pdl Angelino Alfano e al premier stesso. Mentre la foto veniva ripresa da tutti i media il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, ospite a Porta a Porta, aggiornava Bruno Vespa sull’andamento dell’incontro attraverso l’iPhone da cui leggeva tweet e sms anticipando persino le agenzie stampa. Il vertice tra ABC (Alfano, Bersani e Casini) e Monti è stato prima di tutto la sintesi della nuova politica al tempo dei social network. Nessun politico può permettersi il lusso di non avere un profilo “social” anche perché la notizia ormai va data in diretta, aggirando la stampa. Poco dopo la foto di Casini anche il vicesegretario del Pd Enrico Letta ha firmato un nuovo scoop, postando su Twitter una foto di Casini in compagnia di Susanna Camusso a margine di un incontro politico a Milano (da lapsus freudiano il luogo dell’evento, Sala delle Cariatidi, ndr.). Foto per la quale ha scambiato battute anche con i giornalisti: “Vi facciamo concorrenza, che tocca fare”. A Letta va riconosciuta una vivace comunicazione “social”. Sulla rete ha parlato di riforme del lavoro ricordando Marco Biagi e in molto hanno seguito i commenti in diretta della partita Parma-Milan: «Ma si è divertito a tirar di fioretto con Matteo Renzi sull’hashtag Fiorentina-Juve» racconta a tempi.it Monica Nardi, direttore dell’associazione politica Trecentosessanta, che segue la comunicazione del vicesegretario del Pd.

 

Nardi, come sta cambiando la comunicazione dei politici? Twitter e Facebook renderanno inutili i giornalisti e gli uffici stampa?
Sono binari paralleli ma non alternativi. Twitter non pone intermediazioni ‘fastidiose’ tra il politico e i cittadini. E questo è un buon segnale, perché facilita la comprensione della reazione delle persone e determina un più immediato accoglimento degli stimoli da parte di chi fa politica. Hai molte sollecitazioni. Penso al post di uno dei tanti blogger brillanti. Poche righe di riflessione che magari possono stimolare un approfondimento non preventivato. Alcuni colleghi mi chiedono se questo segnerà la fine del lavoro degli uffici stampa. Credo di no. Ritengo che apra la strada a un modo diverso di lavorare. I comunicati, quelli classici, rimangono. Per le esternazioni immediate Twitter, però, è perfetto. Senza contare che ogni tanto un risparmio di parole, in politica, non farebbe male a nessuno.

E Letta come si comporta? Che rapporti ha con i suoi elettori o simpatizzanti?
Letta da due mesi ha un account Twitter che gestisce autonomamente. Gli utenti percepiscono che non ci sono filtri. È chiaro che per “tastare il polso” dell’elettorato solo twitter non basta. Conta il confronto diretto con le persone. Però, in generale, gli effetti sono innegabili. A partire dalla possibilità di rendere più diretto il dialogo tra eletti ed elettori. Con qualche sorpresa. Come quando Letta commenta le partite del Milan, di cui è tifoso, o quando stuzzica Renzi per una sconfitta della Fiorentina: scambi di battute in punta di fioretto. Ancora: il giorno dopo la foto di Casini  anche lui ha postato l’istantanea di un incontro tra Camusso e Casini. Ecco, da neofita mi pare che questo renda meno infiocchettata l’immagine di un politico. Ed è un bene se si riesce a dare di sé l’idea di persone che vivono con grande competenza e serietà il proprio impegno, ma che rimangono con i piedi per terra.

E nel resto del Pd che succede? Chi sono i più appassionati di social?
Tanti esponenti Del Pd hanno creato il proprio profilo social negli ultimi tempi. Molto attivo è il deputato Andrea Sarubbi, uno degli animatori delle cronache dal Parlamento con #opencamera.

Anche la prossima campagna elettorale sfrutterà di più i social? E in che modo pensa?
Per ora è difficile prevedere come e quanto. Tutto cambia così rapidamente che non fai in tempo a maturare una convinzione (e a imparare a usare queste diavolerie) che subito devi ricominciare. Di certo c’è che il dibattito “Twitter sì, Twitter no” è stucchevole. Ma non ne parliamo tutti un po’ troppo? Come nelle coppie annoiate si rischia di passare più tempo a chiedersi quanto ci si ama che a vivere appieno il rapporto. Insomma, i social sono uno strumento. Innovativo ma uno strumento. Basta conservare un atteggiamento “laico”: né troppo entusiasta, né ipercritico. L’importante è sperimentare. In fin dei conti se si sbaglia ci si può correggere. Su questo l’ausilio di figure specializzate è indispensabile. Penso a un social media editor. Nel nostro caso l’ingresso nello staff di una professionalità di questo profilo, Marco Laudonio, è stato utilissimo.

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