Il testo di questo post è apparso il primo marzo sulla bacheca Facebook della sezione locale del Partito democratico di Calusco d’Adda, paese in provincia di Bergamo.
Ciò ha ingenerato, prima sui social network e poi sui quotidiani locali, un vivace dibattito, il cui presupposto di partenza è che Cerrelli consideri l’omosessualità una malattia. Il presupposto è, semplicemente, falso. Come a suo tempo vi avevamo raccontato, la falsa notizia dipende dalla partecipazione dell’avvocato alla trasmissione “Uno Mattina Talk”, andata in onda su Rai Uno il 20 agosto 2014, in cui si discuteva del ddl Scalfarotto sull’omofobia. Alla domanda: «Lei considera l’omosessualità una malattia?», Cerrelli rispose sempre di «no». Ma da allora circola in rete la cronaca che di quella vicenda fecero molti siti (in testa l’Huffington Post) che mettevano in bocca al vicepresidente dell’Ugci parole mai pronunciate.
STRUMENTALIZZAZIONE. Quella frase costò a Cerrelli persino le critiche del presidente dell’ordine degli psicologi Giuseppe Luigi Palma (ma anche la bella difesa del professore Francesco D’Agostino, presidente dei Giuristi cattolici). In ogni caso, basterebbe rivedere in rete la puntata della trasmissione per rendersi conto di come siano andate le cose (era presente, tra l’altro, il portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo).
In ogni caso, probabilmente le parole più sagge le ha pronunciate Roberto Colleoni, primo cittadino di Calusco: «Il mio Comune rispetta la libertà di tutti. Siamo a un fiera del libro e l’incontro è un percorso culturale, non morale. Spiace che si strumentalizzi un incontro culturale».