Papa Francesco: «Noi senza Cristo non abbiamo identità»

«Gesù è venuto per darci cittadinanza, appartenenza a un popolo, nome, cognome». L'omelia del Pontefice a Santa Marta

Papa Francesco, nell’omelia di oggi alla casa Santa Marta, commentando le letture ha detto che il primo servizio che Gesù fa ai cristiani è dare loro «l’identità. Noi senza Cristo non abbiamo identità». Riprendendo san Paolo, il Pontefice ha aggiunto: «Quello che è venuto a fare Gesù con noi è darci cittadinanza, appartenenza a un popolo, nome, cognome. Cristo ci ha accomunato col suo sangue, abbattendo il muro di separazione che divide. Ci ha riconciliato con Dio: da nemici, amici; da estranei, figli».

ASPETTARE GESU’. Perché questo avvenga è necessario «aspettarlo. Chi non aspetta Gesù, chiude la porta a Gesù, non lo lascia fare quest’opera di pace, di comunità, di cittadinanza, di più: di nome. Ci dà un nome. Ci fa figli di Dio. Questo è l’atteggiamento di aspettare Gesù, che è dentro la speranza cristiana. Il cristiano è un uomo o una donna di speranza. Sa che il Signore verrà. Non sappiamo l’ora, ma verrà, verrà a trovarci, ma non a trovarci isolati, nemici, no. A trovarci come Lui ci ha fatto con il suo servizio: amici vicini, in pace».

IO MI ARRANGIO DA SOLO. Quindi papa Francesco ha chiesto: «Io ci credo in questa speranza, che Lui verrà? Io ho il cuore aperto, per sentire il rumore, quando bussa alla porta, quando apre la porta? Il cristiano è un uomo o una donna che sa aspettare Gesù e per questo è uomo o donna di speranza. Invece il pagano – e tante volte noi cristiani ci comportiamo come i pagani – si dimentica di Gesù, pensa a se stesso, alle sue cose, non aspetta Gesù. L’egoista pagano fa come se fosse un dio: “Io mi arrangio da solo”. E questo finisce male, finisce senza nome, senza vicinanza, senza cittadinanza».

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