“Paghi uno e vendi tutto”, il mercato degli embrioni in tempo di crisi (soddisfatti o rimborsati)

Una clinica californiana vende embrioni provenienti dagli stessi donatori a coppie diverse, abbassando così i prezzi dei bambini in vendita.

Pago uno e prendo tutto quello che il fornitore mi può dare, così da abbassare il prezzo finale della merce. È la trovata “geniale” di una clinica californiana che in tempo di crisi ha scelto una formula vincente per rimanere sul mercato risparmiando senza ridurre la qualità dell’offerta. E non importa se la clinica è per la fecondazione assistita, se la merce sono gli embrioni e se i fornitori sono un uomo e una donna.

SODDISFATTI O RIMBORSATI. A raccontare quello che accade presso la clinica Davis Fertility Center è il Los Angeles Times, intervistando il dottor Ernest Zerigue, secondo il quale l’ostacolo principale alla pratica dell’inseminazione artificiale sono i costi. Mentre lui ha iniziato a vendere tutto al modico prezzo di 9,800 dollari soddisfatti o rimborsati. Quasi la metà di quello che si paga normalmente. Il medico ha pensato di usare gli ovuli e gli spermatozoi dei donatori non solo per un ciclo di inseminazione, ma di creare con essi una serie di embrioni, così da pagare solo una volta i “donatori” vendendo i tanti piccoli fratellini a diversi compratori. Ai suoi clienti Zerigue chiede solo una rinuncia: di non essere i genitori biologici dei propri figli e di accettare che questi abbiano sparsi per il mondo altri fratelli senza sapere chi siano.

COME GIUSTIFICARE UN LIMITE? «Sono disgustato dal solo pensiero di quello che sta accadendo», ha dichiarato al quotidiano americano Andrew Vorzimer, un avvocato che si occupa della tematiche legate alla fecondazione.
L’articolo spiega che negli Stati Uniti ci sono più di 500 mila embrioni congelati, ma la lista d’attesa può essere lunga, e non c’è garanzia che «l’embrione funzioni». Molte, infatti, sono le coppie con problemi di fertilità, mentre nella pratica proposta alla Davis si tratta di «donatori giovani e in salute». Tanto che fino ad oggi già 200 persone hanno scelto «questo programma», senza nemmeno fare la fatica di fare un figlio proprio. Non solo, prima di creare i fratelli embrioni la clinica invia un profilo dei donatori ai «potenziali consumatori». Alla domanda su un futuro in cui i fratelli si incontrino generando persone identiche, e quindi a rischio di malattie, Zerigue risponde ammettendo la possibilità ma minimizzando sul fatto che sia solo un’ipotesi remota. «Si è spinta troppo in là questa clinica?», si domanda Robert Clitzman bioeticista della Columbia University, fra gli esperti più preoccupati dello spostarsi continuo dei limiti della fecondazione. Ma una volta deciso che i figli si possono fabbricare a proprio piacimento, non importa con chi, come, quanti e se a costo della vita di altri, dove trovare una giustificazione ai limiti di questo mercato?

@frigeriobenedet

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