Osama è morto e la Repubblica festeggia con Paris Hilton

L'ereditiera è felice per la fine del principe del terrorismo. Il Fatto quotidiano è contro la censura, per questo pubblica schifezze. All'ex Bertone la Cgil vota sì al referendum perché vuole dire no. Le orazioni dai quotidiani di oggi

SÌ MA CHI È IL MORTO? Impietoso il giudizio di Romano Prodi sul Pd: «Quando uno è morto gli eredi non fanno che litigare e più grosso è il patrimonio che lascia e più litigano».
La Repubblica

SEGNATEVI QUESTA. Sono così contenta di sentire che Bin Laden è morto, era la faccia del terrorismo e del male, il mondo sarà molto migliore senza di lui.
Paris Hilton, la Repubblica

MA QUANTE NE SO. Tutti in ginocchio per il “Papa della pace e della vita”. Poi tutti a gioire per l’uccisione di un terrorista. E il processo, cari garantisti?
Il Fatto quotidiano

SCONVOLTI. Hamas: «Era un santo combattente».
Titolo del Fatto quotidiano

IL NOTO PATTO STATO-AL QAEDA. Poteva ucciderlo Clinton, non lo fece.
Titolo del Fatto quotidiano

CHIEDILO A WIKILEAKS. Adesso che l’incubo sembra finito l’interrogativo rispunta riveduto e corretto: che fine ha fatto il corpo? Se il mostro è morto davvero perché non lo mostrano? E dove sono le fotografie annunciate come prove?
Angelo Aquaro, la Repubblica

A-HA, TI HO BECCATO. Tocca a John Brennan, il consigliere per l’antiterrorismo di Barack Obama, ribattere disperatamente agli interrogativi dei cronisti, roteando gli occhi per la sala stampa della Casa Bianca con quella velocità che qualsiasi macchina della verità denuncerebbe sospetta.
Angelo Aquaro, la Repubblica

MI RICORDA QUALCUNO. Da giovane era un uomo comune, senza vizi e qualità evidenti, semmai un po’ puritano e sempre intollerante. Era parsimonioso, non gettava il denaro anche se sapeva di essere ricco.
Bernardo Valli racconta Osama bin Laden, la Repubblica

UN PO’ PER UNO. I ribelli libici agli Usa: «Ora tocca a Gheddafi».
Titolo di Avvenire

PENTITEVI, PECCATORI. È la vendetta di Barack Obama contro i suoi calunniatori.
Vittorio Zucconi, la Repubblica

MEGALOMANI. Sulle bombe in Libia il Quirinale risponde soltanto al Fatto per non smentire tutti gli altri.
Sommario del Fatto quotidiano

DICO DI SÌ PERCHÉ NO. Abbiamo detto sì perché questo referendum non è libero, è un ricatto e sarebbe troppo facile scaricare sui lavoratori la responsabilità di una eventuale vittoria del no. Questo non vuol dire che siamo d’accordo.
Pino Viola, leader Cgil alla ex Bertone, spiega perché la Fiom ha deciso di votare sì al referendum Fiat, il Fatto quotidiano

UN INVITO AL DIALOGO? Essere nuclearisti non solo è una bestemmia, ma significa essere dementi.
Adriano Celentano, lettera al Fatto quotidiano

AD HONOREM. La Iervolino senatore a vita rifiutis causae.
Titolo dell’editoriale di Vittorio Feltri, Libero

CENTRO LOMBROSIANO. Di centro è lo sguardo allenato a identificare spazi utili, l’ampia fronte concentrata a occultare i calcoli, la bocca mollemente amara, sintonizzata sull’aggressività lamentosa che, con l’accento campano, crea un efficace mèlange di disponibilità e minaccia.
Lidia Ravera descrive il centrista Francesco Pionati, il Fatto quotidiano

SIGNORA, LEI SE LE CERCA. Sono una lettrice dal primo numero e mi identifico perfettamente nella linea del giornale. Ma sono anche credente e oggi partecipo con gioia alla beatificazione del mio Papa. Mi sento offesa dall’immagine nel Misfatto.
Lettera di protesta al Fatto quotidiano sulla copertina dell’inserto satirico che offende Wojtyla

SE MI SCAPPA LA FACCIO. La censura, per un giornale come il Fatto che ha scelto come linea politica la Costituzione, è quanto di più odioso si possa immaginare.
Risposta del Fatto quotidiano alle lettere di protesta sulla copertina dell’inserto satirico che offende Wojtyla

LA MIA INVECE È PESANTISSIMA. Papa Wojtyla è stato popolare come può esserlo oggi una grande popstar, ma dal punto di vista spirituale la sua parola ha avuto il peso di quella di una popstar, o poco più.
Massimo Fini, il Fatto quotidiano

E I GIORNALISTI? Aboliamo i genitori, ma anche insegnanti e giudici.
Titolo di Libero

ERANO TUTTI FASCISTI. Non era mai successo che il nostro canto nazionale risuonasse per tre volte al concertone del Primo maggio intonato da centinaia di migliaia di giovani. Morricone, Finardi e il conduttore spiegano perché.
Sommario della Repubblica

 

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