Noi chiamati a essere eroi. Ma allegri come i bambini che hanno un Padre

Gesù è il vero eroe dei cristiani. E insiste sull'essere bambini. Io sono chiamato a essere sia bambino che eroe.

L’inizio di un nuovo anno è sempre riprendere la propria vita in una prospettiva rinnovata. Quest’anno mi ritorna in mente il doppio aspetto della vita di un cristiano. Da un lato è chiamato a vivere, seguendo i passi di Cristo, una vita eroica. Gesù è il vero eroe dei cristiani: non uccide ma muore per gli altri. I cristiani sono chiamati a seguirlo, a darsi agli altri, a essere eroi ciascuno nella propria situazione. D’altra parte Gesù stesso insiste sull’essere bambini: lo ripete tante volte. «Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18,3). Io sono chiamato a essere sia bambino che eroe. Che fortuna che ho! Da una parte sono in missione per conto di Dio come e più dei Blues Brothers, d’altra parte ho Chi mi sopporta, ha pazienza davanti alle mie continue distrazioni, mi aiuta, mi dà la gioia di vivere: la gioia dei bambini che hanno un Padre.

I popoli cattolici hanno una tradizione di allegria. Gli spagnoli, gli italiani, gli irlandesi, i polacchi e così via, hanno tutti, a modo loro, una nota di allegria nel loro carattere. Sant’Alfonso, il più napoletano dei santi e il più santo dei napoletani, compose Quando nascette ninno, il canto di Natale gioioso che non si sofferma sulle ristrettezze del Bambino ma descrive un panorama di allegria in cui la paglia della culla rinverdisce e germoglia, e i pastori coprono di baci i piedi del Bambino. Sì, sono contento perché sono cristiano. Quando sono scontento sono poco cristiano.

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