Nigeria, morti per scontri tra esercito e jihadisti. Chi arma i miliziani di Boko Haram?

Circa 200 morti nella battaglia con gli estremisti islamici, armati anche di lanciagranate. Kaigama, arcivescovo di Jos: «Dobbiamo chiederci come queste armi arrivano in Nigeria»

Ancora scontri in Nigeria. Secondo Al Jazeera sono rimaste uccise circa 200 persone (il bilancio è provvisorio) in uno scontro tra esercito e jihadisti nel nord-est del paese. Le violenze sono iniziate venerdì scorso a Baga, un villaggio sul Lago Ciad, nello stato nord-orientale di Borno, considerato la roccaforte del gruppo armato islamico Boko Haram. Case, negozi e automobili sono stati distrutti nel corso dei combattimenti, anche con armi pesanti.
Lawan Kole, un funzionario di governo a Baga, ha comunicato che finora sono stati ritrovati 185 cadaveri, molti dei quali irriconoscibili. Molti civili sono stati usati come scudi umani durante gli scontri. I guerriglieri di Boko Haram erano armati anche di lanciagranate.

Monsignor Ignatius Ayau Kaigama, arcivescovo di Jos e presidente della Conferenza Episcopale della Nigeria, parlando con l’Agenzia Fides, ha detto: «Dobbiamo chiederci come queste armi arrivano in Nigeria. Mentre quelle più sofisticate provengono dall’estero, in Nigeria ci sono laboratori clandestini che fabbricano armi artigianali e ordigni esplosivi improvvisati». «Si tratta di un fenomeno preoccupante – ha proseguito – perché assistiamo ad un diffusione di questi laboratori clandestini nelle città, nei villaggi e nelle foreste nei quali vengono costruite armi illegali. Tutto questo va fermato al più presto».

 

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