Nigeria, 308 i morti di Boko Haram, 366 sequestri

Bilancio dell'attività 2011 del gruppo fondamentalista islamico Boko Haram secondo la polizia di Stato.

(AGIAFRO) – Abuja, 16 mag. – Centodiciotto azioni terroristiche costate la vita a 308 persone in sei stati federati del centro-nord della Nigeria, più il distretto della capitale Abuja. È il bilancio dell’attività 2011 del gruppo fondamentalista islamico Boko Haram secondo la polizia di Stato, di solito piuttosto ribassista nel fornire il numero delle vittime del terrorismo.
Da quando è iniziato l’attacco frontale vero e proprio di Boko Haram al governo centrale (nel 2009) fino al gennaio 2012, i morti causati da gruppo terroristico sono almeno 1.200, questa volta secondo i numeri dell’esercito nigeriano, cui in pratica è stato delegato il compito di ripristinare la legalità nelle aree settentrionali. Il ministro della Polizia, Caleb Olubolade, ha inoltre affermato che nel 2011 sono stati arrestati 33 terroristi e ha lanciato un allarme sullo scarso numero di uomini a disposizione. I poliziotti nigeriani sono 370 mila, mentre per il ministro ce ne vorrebbero «650mila in una nazione di 160 milioni di abitanti, tra l’altro particolarmente complessa da gestire».

Per quanto riguarda un’altra emergenza nazionale, il sequestro di persona, la polizia ha spiegato che nel 2011 se ne sono verificati 366, di cui 140 sono terminati con la liberazione dell’ostaggio. Così non è stato per Franco Lamolinara, l’ingegnere piemontese morto l’otto marzo scorso dopo dieci mesi circa di prigionia durante il blitz scattato per la sua liberazione. Con lui morì un altro ostaggio, l’inglese Chris McManus.

Proprio per fronteggiare l’emergenza sicurezza nel Nord è iniziato oggi in una caserma dello stato settentrionale di Kaduna l’addestramento di 500 militari da specializzare nel contrasto al terrorismo. Il programma prevede: «allenamenti psicofisici, corsi di prontezza mentale, pattugliamenti in strada, combattimenti in luoghi chiusi e ristretti, protezione di personalità, recupero di aerei o autobus sequestrati, attacchi a nascondigli o campi di addestramento di terroristi». Il responsabile del corso, il generale Tijjani Golau, ha commentato: «È ora di prepararci, l’attuale situazione della sicurezza nel Paese ci ha portato a una sfida che non avevamo mai visto in passato».

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