New York combatte il privilegio bianco con più siringhe alle minoranze

Distributori automatici nelle zone della città dove si sono registrati più casi di overdose per «combattere il razzismo». Ma persino Black Lives Matter protesta

New York intende combattere il “privilegio bianco” installando distributori automatici di siringhe e naloxone (un farmaco di emergenza utilizzato per contrastare gli effetti di una overdose da oppiacei) nei quartieri abitati in maggioranza da afroamericani e latinos, ma solleva le ire di una vasto fronte che va da Black Lives Matter alla minoranza consiliare repubblicana.

Overdose razzista

Nel contesto delle cosiddette “politiche per la riduzione del danno”, in forza delle quali sono già state istituite nel novembre scorso le prime “stanze del buco” per l’assunzione di droghe illegali in ambiente protetto (caso unico negli Stati Uniti), il Dipartimento per la salute e l’igiene mentale di New York (Dohmh) ha affidato al suo braccio no profit, il Fund for Public Health in New York City (Fphnyc), il compito di indire una procedura di evidenza pubblica per la fornitura di dieci distributori automatici nei quartieri dove si sono registrati i più numerosi casi di overdose mortali negli ultimi tempi.

Secondo dati del Dohmh, a New York nel 2020 sono morte 2.062 persone per overdose, la cifra più alta da quando il Dipartimento ha avviato le sue rilevazioni, nel 2000. La più alta incidenza di decessi per overdose si sarebbe avuta fra i residenti afroamericani e latinos dei quartieri poveri, in particolare nel South Bronx e ad East Harlem. La procedura di evidenza pubblica nomina esplicitamente vari quartieri del South Bronx, Central Harlem, Rockaway nel Queens e East New York a Brooklyn come luoghi dove installare i distributori.

«Il Dipartimento per la salute e l’igiene mentale di New York» si legge nel documento del Fphnyc, «è impegnato a migliorare gli standard di salute per tutti i newyorkesi promuovendo esplicitamente l’equità razziale e la giustizia sociale. Equità razziale non significa semplicemente trattare ciascuno allo stesso modo, ma piuttosto destinare le risorse e i servizi in modo tale da affrontare gli ostacoli creati dal razzismo strutturale (cioè da politiche e pratiche istituzionali che perpetuano l’iniquità razziale) e il privilegio bianco (cioè i vantaggi storici e contemporanei nell’accesso alle risorse e alle opportunità a disposizione dei bianchi) così che tutte le persone abbiano accesso a ciò di cui hanno bisogno per godere vite piene e sane».

Le proteste di Black Lives Matter

Che l’installazione di distributori automatici per tossicodipendenti in overdose sia vantaggioso per i quartieri abitati dalle minoranze etniche è duramente contestato dagli stessi residenti. «Sarò favorevole a questi distributori automatici se prometteranno di installarli a Central Park, sulla Fifth Avenue e a Park Avenue, cioè dove vivono i più ricchi», ha dichiarato Hawk Newsome, uno degli esponenti più noti e incendiari del movimento Black Lives Matter, residente nel Bronx. «Perché i nostri figli dovrebbero essere condannati a passare vicino a persone che si concentrano attorno a questi distributori e non altrove?».

Newsome si fa portavoce della diffusa convinzione che l’installazione di questi dispositivi, che sono già in funzione a Las Vegas nel Nevada e a Cincinnati nell’Ohio, aumenti il degrado dei quartieri problematici e i loro tassi di criminalità. Secondo il consigliere della minoranza repubblicana David Carr, del distretto di Staten Island, il programma di installare 10 distributori automatici, che costeranno ai contribuenti 730 mila dollari, è «assurdo»: «Dovremmo trovare il modo di prendere queste persone e inserirle in un programma di riabilitazione, così che possano superare la loro dipendenza: dobbiamo cercare di salvare le loro vite. Invece questa iniziativa porterà ad un aumento della criminalità in quelle aree e diventerà normale imbattersi per strada in gente in stato di overdose. Sarà una cosa terribile per i quartieri dove i distributori automatici verranno installati».

«New York ha deciso di permettere di drogarsi»

Fra i progressisti del Greenwich Village le opinioni sono analoghe: «Poco carino. Davvero poco carino», commenta un certo Steven Hill, che ha richiamato più volte la stampa sull’insicurezza di Washington Square Park, ormai ritrovo fisso di tossicodipendenti che si iniettano sostanze all’aria aperta. «A questo punto si può dire che questa città ha deciso di permettere di drogarsi. Questo non aiuta i tossicodipendenti ad affrontare e a mettere fine alla loro dipendenza».

La buona pratica vorrebbe che il naloxone, che ha molte controindicazioni, fosse assunto sotto sorveglianza medica. Il farmaco può causare bradicardia, intenso dolore alla testa, disturbi alla vista, pulsare nel collo o nelle orecchie, epistassi, ansia, confusione, fiato corto, convulsioni; nei cardiopatici può provocare ipertensione, ipotensione, fibrillazione ventricolare, coma. Gli effetti del naloxone durano da mezz’ora a un’ora circa. Possono essere necessarie dosi multiple, considerato che la durata dell’azione della maggior parte degli oppioidi è maggiore di quella del naloxone.

La somministrazione in soggetti dipendenti da oppiacei può causare sintomi di astinenza, come irrequietezza, agitazione, nausea, vomito, accelerazione del battito cardiaco e ipersudorazione. Per evitare ciò, si somministrano piccole dosi distanziate fino al raggiungimento dell’effetto desiderato. Il farmaco può peggiorare i problemi cardiaci dei pazienti che presentano malattie cardiache o che assumono farmaci che influenzano negativamente il cuore.

Foto di the blowup su Unsplash

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