Nelle scuole della Val di Susa possono parlare solo i No Tav

I professori dell’Istituto “Enzo Ferrari” di Susa hanno impedito al commissario per la Torino-Lione, Mario Virano, di tenere un incontro con gli studenti perché non è «super partes».

Susa – L’Istituto “Enzo Ferrari” di Susa si conferma scuola ad alta fedeltà No-Tav. E, ancora una volta, sono i professori a dimostrarsi ferrei difensori dell’ortodossia trenocrociata. Giungendo a “sfiduciare” il preside. Preside che ha osato immaginare di proporre agli studenti in incontro con il commissario per la Torino-Lione, Mario Virano.

L’incontro, previsto da lungo tempo ed approvato tanto dal collegio docenti quanto dal consiglio d’istituto, avrebbe dovuto tenersi stamane. Il dirigente Giovanni Paciariello, però, ha dovuto annullarlo di fronte all’insorgenza dei professori della scuola superiore segusina. Questa mattina il commissario, con il tecnico della Provincia di Torino Paolo Foietta ed il presidente dell’Inise Roberto Collura, avrebbe dovuto illustrare agli studenti l’analisi costi-benefici della Tav diffusa dal ministero delle Infrastrutture un paio di settimane fa. Secondo 43 dei professori dell’Itis (circa la metà del corpo docente) l’incontro “non s’ha da fare”.
In una lettera indirizzata al capo d’Istituto hanno chiesto di «rivedere la programmazione dell’incontro di informazione e di condividere con il collegio docenti la scelta dei relatori da invitare». Il presidente dell’Osservatorio sarebbe, a detta dei firmatari, non adatto «a fornire un’analisi oggettiva e una corretta informazione». A questo scopo sarebbero stati utili «esperti che adducessero ragioni pro e contro l’opera».

Insomma, una sconfessione del rappresentate istituzionale e del preside. Il messaggio che gli insegnanti, al netto della trita riproposizione dei metodi e dei linguaggi da collettivo d’antan, hanno passato ai loro ragazzi è che il commissario di governo non è super partes. Virano, da parte sua, ha commentato senza mezze misure: «Sono incapace di comprendere il sottile discrimine che forse separa il prudente realismo dei docenti dal conformismo connivente con le frange più estreme del movimento». Ancora più netto Paolo Foietta: «Si tratta di insegnanti pagati dallo Stato che pero insegnano l’anti-Stato».

Il preside ha sospeso l’incontro, pur non capendo il cambio di posizione dei suoi insegnanti. «In Consiglio – ha spiegato – erano d’accordo. Ci doveva essere questo incontro informativo e poi, in un secondo momento, un confronto tra tecnici a favore e contro l’opera. Qualcuno forse si è preoccupato di apparire accomunato alle posizioni Sì Tav». Gli insegnanti, invece, si trincerano dietro la prudenza: «Un incontro del genere avrebbe armato solo la protesta». Una posizione che assomiglia molto a quella di tanti amministratori locali che invocando le ricadute sull’ordine pubblico hanno sempre evitato da dare agibilità alle posizioni a favore dell’Opera.
Gli studenti, d’altronde, si erano prontamente affiancati alla posizione degli insegnanti (mica per conformismo, ma per coscienza; per carità!) chiedendo la presenza di tecnici No-Tav. Intanto stamane, davanti alla scuola, si è tenuto un presidio in cui si sono alternati gli interventi di tecnici che avversano la nuova linea ferroviaria. Il deputato Pd Stefano Esposito ha annunciato che presenterà un’interpellanza al ministro Profumo, denunciando che «in Val Susa, ormai, si è saldamente istituita la “Libera Repubblica della Maddalena”». Il collega del Pdl, Agostino Ghiglia, invece, parla di «insegnanti antidemocratici».

Per chi osservi con occhi non pregiudicati l’accadere, emerge la sconsolata certezza che il movimento No-Tav, in Val Susa, continua nel proprio pernicioso impegno di demolizione del principio di autorità.

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