Né di Cl, né del Pdl. Ma difendo Formigoni

«Perché la stampa attacca con arroganza e cattiveria sempre la stessa persona, evitando accuratamente di colpire altre parti politiche e altre persone?». Lettera a Tempi.

Egregio direttore Luigi Amicone,

chi le scrive è una persona che legge molto, che si applica e che evita di giudicare se prima non ha conoscenza diretta delle cose, così mi è stato insegnato. Non sono iscritta a Comunione e Liberazione, non sono iscritta ad alcun partito politico, sono stata amministratore della mia città, Cosenza, per molti anni. Le scrivo perché mi pongo delle domande su tutto ciò che sta accadendo e leggo e vorrei…

Vorrei sapere: perché?

Non sto qui a scrivere i complimenti alla persona del presidente Formigoni, è visibile molto bene tutto ciò che ha fatto per la sua terra e per la politica in generale. Solo chi non vuol vedere fa finta di essere cieco e chi non vuol intendere non comprende. Come dice quel proverbio? Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Né sto qui a scrivere che il governatore ha sbagliato, perché se lo ha fatto è capace di assumersi la propria responsabilità personale.

Ma nasce spontanea la riflessione: perché Roberto Formigoni? Perché il presidente della Regione Lombardia, pur non essendo indagato come tanti suoi colleghi di pari rango politico?

Eppure le cronache sono piene dei vari Vasco Errani (governatore dell’Emilia-Romagna, indagato), Nichi Vendola (governatore della Puglia, indagato), Raffaele Lombardo (governatore della Sicilia, indagato), Giuseppe Scopelliti (governatore della Calabria, indagato) e chissà quanti ancora tra parlamentari, senatori, ex ministri, ma anche, ai gradi inferiori, consiglieri regionali, provinciali, comunali e assessori di riferimento. Ogni volta dicono che è un atto dovuto, e così è: anche chi non ha studiato giurisprudenza sa che l’informazione di garanzia è una pratica a favore dell’indagato – semmai il problema è il chiasso che viene fatto intorno, ma i giornali devono pur vendere…

Però per nessuno degli indagati si parla di dimissioni, invece chi si deve dimettere, pur non essendo indagato, è Formigoni. Gli altri, indagati per motivazioni che vanno dall’abuso d’ufficio all’associazione a delinquere di stampo mafioso, si dichiarano tranquilli, fiduciosi, sereni, restando al proprio posto. Almeno così apprendiamo dalla stampa e dai media, dove in alcuni casi la notizia è una velata indicazione quasi impercettibile, quasi impalpabile. Qui, invece, fiato alle trombe: quello che si deve dimettere è Formigoni, quello che deve stare alla gogna in questo preciso momento è Formigoni, quello che deve lasciare vergogna dell’Italia è Formigoni. Tutti ne invocano le dimissioni, ormai è diventato un leitmotiv di quei (tanti) che altro non hanno da fare o dire: Formigoni si deve dimettere!

Ma perché Formigoni? Perché è il presidente di una delle Regioni più ricche d’Europa, perché è ciellino, e forse deve essere azzerato il potere di Cl tanto sventolato dalla stampa? Formigoni perché non ha niente a che fare con lobby strane o segrete o mafiose, Formigoni perché magari potrebbe essere futuro premier, Formigoni perché è il commissario generale dell’Expo? Perché proprio in questo preciso momento?

A Formigoni si contesta perfino il fatto che nella sua giunta manchino donne, ma perché – mi chiedo – lo stesso non avviene nei confronti delle giunte di altre regioni italiane dove all’interno del Consiglio regionale non vi è nemmeno l’ombra di una donna? Le donne vengono candidate perché è obbligatorio, ma poi non sono aiutate ad essere elette. Forse Formigoni è diventato troppo scomodo per qualcuno che non può e non vuole rinunciare a determinati interessi. O forse semplicemente non è più gradito, e dopo tanti anni la leadership deve cambiare… Chissà.

Ciò che mi spiace è che siano in tanti a cadere in queste trame, a dimostrazione di come al solito non si vuol capire né discernere e ci si lascia andare alle euforie del momento giudicando ed esultando quando qualcuno viene cacciato o deriso, si diventa con arroganza giudici e carnefici mentre ci lagna per le cose che vanno sempre peggio, nella speranza di suonare un adagio personale. Mi spiace anche per coloro che si lasciano prendere dalla rabbia e abbandonandosi a pensieri che ledono affetti e amicizia danno in pasto alla pubblicità più negativa sentimenti e pensieri dei quali magari un giorno si potranno pentire. Se si crede in certi valori e si fa un cammino di fede non si può provare rabbia e gettare fango addosso agli altri. E chi è colui che davvero può affermare di essere giusto più di altri? Chi può dirsi onesto più degli altri, chi può davvero scagliare la prima pietra?

Se mi permetto di scriverle non è per una difesa d’ufficio, ma perché vorrei capire – io come tante altre persone che non si lasciano prendere da tutto quello che viene detto e scritto, che ancora credono nella pace, nella giustizia e nell’eguaglianza, ma quella di Dio, perché ormai gli uomini sono troppo presi da se stessi anche quando fingono di preoccuparsi degli altri, anche quelli che gridano allo scandalo e alla vergogna, che si ergono a paladini di giustizia, difensori del proprio orticello in nome del prossimo.

Non capisco, o forse capisco molto bene, il perché determinata stampa attacca inesorabilmente e con arroganza e cattiveria sempre la stessa persona, evitando accuratamente di colpire altre parti politiche e altre persone. Questo mi lascia pensare che la democrazia tanto decantata nel nostro paese sia solo ipocrisia, voglia di fare del male anche gratuito agli altri, e che arriva un momento in cui viene deciso di pilotare tutto il “marcio” verso qualcuno.

Gentile direttore, Mario Rigoni Stern a proposito del vivere la città scriveva che «dove c’è l’asfalto, un tarassaco buca la crosta e riesce a dare il fiore». Molto probabilmente questa crosta non la si vuole far rompere e non si vuole che alcun fiore possa dare il suo profumo, ma sono certa che la verità potrà venire presto alla luce. Sicuramente le persone non devono essere giudicate per fatti frivoli o personali, ma per il lavoro compiuto, siamo stanchi che si sprechino fiumi di parole e di inchiostro per ascoltare le solite cose che non attirano più l’attenzione di alcuno.

Credo che gli attacchi al presidente Formigoni non si fermeranno ma sono certa che il marcio non lo colpirà, nella speranza che coloro che colpiscono con cattiveria capiscano che la vita è una ruota che gira sempre!

Carmensita Furlano, Cosenza

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