Il M5S scricchiola. Flop in Basilicata e «autogol clamorosi» prima del V-Day

Alle regionali lucane superano appena il 13 per cento. E molti parlamentari ormai non si trattengono più dal criticare i guru grillo e Casaleggio

Dalla Sicilia al Trentino, dalle elezioni provinciali alle comunali, non si arresta la caduta del Movimento 5 Stelle, che ora centra una nuova sconfitta nel voto regionale della Basilicata, dove non va oltre il 13,5 per cento e dimezza i voti ottenuti pochi mesi fa alle politiche. Solo alle amministrative di maggio ha agguantato risultati più mediocri.

CANDIDATO SCALZATO. «Ci aspettavamo almeno di raggiungere il 18-20 per cento», ammette su Vanity Fair il candidato governatore in Basilicata, Piernicola Pedicini. «Speravamo di dare un segnale di ripresa all’intero Movimento», ma non è arrivato. Al suo posto c’è stata una grande astensione: nemmeno la metà degli elettori si è recata alle urne. «Non siamo ancora riusciti a mostrare la nostra credibilità» prosegue Pedicini, che ipotizza che il crollo dei voti sia addebitabile all’epurazione del vincitore delle primarie regionali Giuseppe Di Bello, epurato da Beppe Grillo con un post sul suo blog, a causa di una condanna per violazione del segreto istruttorio: «Se il candidato fosse rimasto lui, avremmo ottenuto più voti. Lui è popolarissimo. Ma il Movimento non sacrifica i suoi principi in nome della popolarità», conclude Pedicini.

ERRORI DI COMUNICAZIONE. A non voler sentir parlare di sconfitta è Sebastiano Barbanti, convinto della bontà delle sue azioni politiche e di quelle dei suoi compagni alla Camera dei Deputati: «Abbiamo svolto un lavoro straordinario», afferma oggi su Avvenire. «Tornando indietro rifarei tutto»: non applaudire alla rielezione di Giorgio Napolitano, occupare il tetto di Montecitorio “in difesa della Costituzione”, occupare l’aula, e così via.
Di diverso parere è Giulia Sarti, che imputa il risultato alla malagestione delle fasi iniziali della vita parlamentare grillina: «I primi tre mesi sono stati costellati da errori», dice al quotidiano dei vescovi. «Sul piano della comunicazione ci siamo fatti degli autogol clamorosi», per esempio, ricorda, il tentativo di «depistare i giornalisti  il giorno dell’incontro con Grillo in un agriturismo» con un pullman.

BINDI? MENTALMENTE APERTA. La realtà è però un’altra. Ora i grillini si trovano bene con i vicini di scranno, prosegue l’Avvenire, che segnala «un cambiamento nel rapporto con i rappresentanti dei partiti tradizionali»: «Se prima erano etichettati indistintamente come membri della Casta, adesso in molti casi sono persone con cui ci si può confrontare». Per esempio Sarti si dice affascinata da Nicola Molteni della Lega Nord, «un politico bravissimo», e da Rosy Bindi che la stupisce «per la sua particolare apertura mentale». «Si contanto tanti professionisti competenti che hanno molta pià esperienza parlamentare di noi», riconosce il senatore Maurizio Buccarella.
Molti dei grillini che avrebbero dovuto aprire il Parlamento «come una scatola di tonno» hanno cambiato idea. Alcuni si ribellano al proprio benefattore, e come consumati politici gli addebitano le colpe delle proprie disfatte. È colpa di chi dirige il movimento, sostiene un anonimo senatore pentastellato all’Huffington Post, se i 5 stelle stanno precipitando di elezione in elezione: Grillo «impedisce a tutti di crescere, di evolvere. Per questo dopo il V-Day renderemo pubbliche le nostre perplessità. Dobbiamo una volta per tutte spiegare quel che non funziona nel Movimento».

IL TERZO VAFFA DAY.  Cadrà il primo di dicembre 2013 il terzo Vaffa Day della storia. Il tema è stato imposto, come è ovvio, da Grillo e dal guru Gianroberto Casaleggio. La parola d’ordine è “oltre”: «Oltre la finanza. Oltre i partiti. Oltre le Istituzioni malate. Oltre un’informazione disgustosa. Oltre questa Europa senza capo né coda. Dobbiamo immaginare una nuova frontiera. Dobbiamo vedere la realtà con nuovi occhi, aprirci la strada verso il futuro», scrive il leader 5 stelle sul suo blog.
A turbare l’atmosfera propiziata dalle parole di Grillo saranno i dissidenti pentastellati che vanno affezionandosi della politica parlamentare. Il senatore Francesco Campanella su Facebook invita però Grillo ad ascoltare altri pareri oltre a quelli di Casaleggio: «Il vantaggio di occupare il vertice di una organizzazione – scrive Campanella – sta anche nel poter invertire il percorso senza essere tacciati di tradimento o di dissidenza».

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