Mostra – A Cecina i méta-mécaniques dedicati ai filosofi di Jean Tinguely

L’artista svizzero Jean Tinguely (Friburgo, 1925 – Berna, 1991), formatosi a Basilea e attivo a Parigi dal ’53, è divenuto noto per le sue opere cinetiche sperimentali: dai méta-mécaniques, ovvero le sculture in fil di ferro saldato attivate da manovelle, ai rilievi sonori, dove grande attenzione era rivolta al rumore prodotto dai meccanismi in movimento. La sua produzione, che prevedeva il largo uso di materiali meccanici di derivazione industriale e che ha fatto riflettere sulla sovrapproduzione di tecnologie meccaniche da cui l’uomo sarebbe stato dominato, lo ha avvicinato alla produzione di artisti cinetici come Vasarely, Calder, Soto e Munari. Tinguely fu anche uno dei primi artisti a usare nelle sue creazioni sostanze non materiali, come il suono, la luce, l’odore, il fumo, il fuoco o le esplosioni. Una creatività, la sua, che non nasceva dall’istinto, dalla memoria o dal mondo onirico, ma dall’osservazione di una realtà ansiosa del futuro, che tutto puntava sulle macchine, sui robot e sulle invenzioni del prossimo domani.

E adesso, a quasi 15 anni dalla sua morte, la Fondazione Culturale Hermann Geiger di Cecina (LI), con il patrocinio dall’Ambasciata di Svizzera in Italia, gli dedica la mostra intitolata Jean Tinguely. I Filosofi. La retrospettiva, visibile fino al 20 settembre 2015, espone nove sculture cinetiche realizzate dall’artista nel 1988. Queste creazioni, provenienti dal Museum Tinguely di Basilea, sono un omaggio ai pensatori che hanno influito sul pensiero politico dell’artista: Martin Heidegger, Henri Bergson, Jacob Burckhardt, Friedrich Engels, Pjotr Kropotkin, Wedekind, Ludwig Wittgenstein, Jean-Jacques Rousseau e Wackernagel. La mostra è interattiva e probabilmente divertirebbe Tinguely: è possibile infatti attivare le varie macchine per comprendere l’originalità dei movimenti e fruire dei suoni prodotti.

@ARTempi_

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