Ad Arthur Theate non importa se non giocherà neanche un minuto

Storia del difensore del Belgio che tre anni fa era senza squadra, senza soldi e senza futuro, e che grazie al Bologna oggi è al Mondiale in Qatar

A volte un ruolo da comparsa può valere esattamente quanto la parte del protagonista. Un paradosso che spiega piuttosto bene la parabola Arthur Theate, il ragazzo riemerso dall’oblio che ora indossa la maglia numero 3 del Belgio. Almeno putativamente. Perché in Qatar quel numero non l’ha ancora visto nessuno.
Troppo scarso per la Serie A belga
Nelle prime due partite del girone, infatti, il difensore è rimasto imbullonato alla panchina. Nonostante le prove non esattamente straordinarie dei suoi colleghi. Una situazione che potrebbe diventare pesante per tutti, tranne che per uno che neanche tre stagioni fa si era ritrovato senza squadra, senza soldi, senza futuro. Ad appena 19 anni. E pensare che la sua storia sembrava avere le sembianze della discesa. A nove anni è già nelle giovanili dell’Eupen. Suo padre Jean-Michel, uno che prima di trovare lavoro in banca aveva giocato nell’Rfc Liegi, vigila sulla sua formazione calcistica usando metodi quasi marziali. Fino a quindici ...

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