Milano, la grande moschea non ci sarà. Il Comune farà un bando per quattro nuovi “luoghi di culto”

La giunta Pisapia "sposa" la linea del cardinale Scola: non un unico edificio colossale ma moschee di quartiere più piccole. E l'opportunità offerta da Palazzo Marino sarà aperta a tutte le comunità religiose, non solo ai musulmani

Non ci sarà una “grande moschea” a Milano. Ci saranno, forse, più luoghi di culto a disposizione dei musulmani milanesi (qui l’elenco delle comunità islamiche di Milano), ma non un unico grande spazio. Pare questa la strada che la giunta di Giuliano Pisapia ha deciso di seguire per trovare una soluzione all’assenza di moschee legalmente riconosciute a Milano. Il Comune sta vagliando l’ipotesi di affidare a un bando di gara la costruzione di nuovi luoghi di culto religiosi (non solo islamici), nei quali rientreranno tre terreni e uno stabile in dismissione di proprietà comunale. Fra le aree del bando non è contemplato il Palasharp di Lampugnano.

BOCCIATO PROGETTO CAIM. Di fatto, la decisione della giunta, segnalata oggi dal Corriere della Sera, è un bocciatura del progetto del Caim – cappello di associazioni musulmane guidato dal centro di viale Jenner – che voleva trasformare l’edificio di Lampugnano in una grande moschea per tutti i musulmani meneghini. Dopo mesi di discussioni, dove sono emersi contrasti difficilmente sanabili fra il Caim e le altre associazioni islamiche, il Comune ha deciso di mettere nel cassetto l’idea di un’unica soluzione. La linea “piccole moschee di quartiere”, sposata dalla giunta Pisapia, ricalca quella tracciata dal cardinale Angelo Scola e suggerita dalle comunità in dissidenza con il Caim, fra cui quella di via Padova e quella sufi, guidata dall’imam Yahya Pallavicini (qui la sua intervista sulla “grande moschea” a tempi.it). Secondo gli oppositori della grande moschea, il progetto del Caim potrebbe portare alla creazione di un pericoloso «potentato islamico» a Milano. Inoltre, un’unica grande moschea sarebbe difficilmente raggiungibile dalla gran parte degli musulmani della città.

BANDI ANCHE PER ALTRE RELIGIONI. Secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, entro due settimane, le comunità religiose sapranno quali sono le aree che Palazzo Marino metterà a bando per la costruzione di nuovi luoghi di culto. Il bando, afferma il quotidiano di via Solferino, «sarà aperto non solo alle comunità islamiche ma a tutte le altre associazioni iscritte all’albo delle religioni pubblicato dal Comune ad agosto 2013: comunità di religione islamica, ma anche buddisti, induisti, evangelici (10 gruppi), copti e ortodossi eritrei». Il primo di agosto, le associazioni conosceranno (forse) indirizzi e dettagli delle aree per le quali potranno presentare un progetto. L’edificio di culto non dovrà prevedere alcun onere per il Comune. «Palazzo Marino – rimarca il Corriere – metterà a disposizione terreni o stabili inutilizzati e degradati di sua proprietà, ma poi dovranno essere le associazioni religiose a farsi carico per intero della costruzione o della ristrutturazione».
Secondo le indiscrezioni raccolte dal Corriere, i tecnici di Palazzo Marino costruiranno il bando usando come criterio per le assegnazioni «gli anni di presenza delle comunità in determinati quartieri di Milano, il seguito di fedeli, i rapporti con le istituzioni e con il territorio. Accanto a questi punti, ovviamente, andranno poi inseriti gli aspetti urbanistici dei progetti da presentare e la loro sostenibilità economica».

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