Un’alternativa all’immobilismo sui migranti c’è

Meloni aveva promesso un contenimento degli sbarchi che non c'è stato. Le colpe del governo, l'inazione di Bruxelles, l'assenza di proposte dell'opposizione e il rischio di una grave emergenza sicurezza. Tre direttive da seguire per uscire dalla crisi

Gli sbarchi di migranti si moltiplicano senza sosta, gli hot spot dell’accoglienza collassano. Per chi suona la campana? Per il governo, innanzitutto. Giorgia Meloni aveva promesso un contenimento degli sbarchi attraverso nuove risorse da impiegare, accordi con i paesi africani, l’attuazione di un piano europeo e un meccanismo più efficace di rimpatri per gli irregolari. Tra mancata attuazione e difficoltà politiche siamo quasi all’anno zero su tutti i fronti.

A Bruxelles in particolare c’è un piano d’azione inattuato a causa del veto di Polonia e Ungheria che per ora nessuno è riuscito a sbloccare, mentre in una Africa sempre più instabile sul piano politico è difficile in breve tempo dar corso ad accordi efficaci. Il diritto internazionale, inoltre, non permette grandi spazi di manovra sul fronte dei respingimenti se non a fronte di costi economici e politici elevati. Le nuove regole del governo italiano possono poco senza una diplomazia solida e risorse europee.
Il pia...

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