Meeting 2013. Anche il cinema parla di emergenza uomo: i grandi titoli del Film Festival

Torna la rassegna di pellicole proposta da Sentieri del cinema. Con maestri come Malick, Miyazaki e altri ancora, da questa sala non si esce come si è entrati

Lo scorso anno uno dei protagonisti indiscussi della XXXIII edizione del Meeting era stato il cinema. Dieci film in programmazione, tra i migliori della stagione, visti e commentati in una sala da 750 posti. La risposta del pubblico non si è fatta attendere, specie in occasione dell’anteprima assoluta di Ribelle – The Brave, il capolavoro premio Oscar della Disney/Pixar. Merito della squadra di Sentieri del cinema, che lavorando fianco a fianco con l’ufficio Spettacoli del Meeting, e in particolare con Otello Cenci, ha confezionato una proposta culturale da dieci e lode, che ha divertito, commosso e alimentato le discussioni della platea.

Archiviata con successo la prima edizione, ci si prepara al secondo appuntamento con la speranza che il pubblico risponda con altrettanto entusiasmo. Non mancheranno le novità. La prima riguarda la cornice: sono 900 gli spettatori che potranno assistere alle proiezioni pagando un prezzo ridotto (5 euro). Nuova anche la location: padiglione D3. Meno film in programma ma di grande livello: quattro appuntamenti serali, dal lunedì al giovedì a partire dalle 21, con un cartellone appassionante che seguirà il fil rouge del Meeting di quest’anno, dedicato all’“Emergenza uomo”. Declinato sul grande schermo, il tema della manifestazione riminese promette di rivelare molte sorprese.

Si comincia lunedì 19 agosto con Il figlio dell’altra, film della regista francese di origine ebraica Lorraine Levy. Ambientata in Israele, la pellicola racconta la storia di Joseph Silberg, un ragazzo che vive spensierato aspettando il momento che lo separa dall’inizio della leva militare. Suo padre è un ufficiale, sua madre è una dottoressa e sono i genitori migliori che un figlio possa mai desiderare. Ci pensa la vita a sconvolgere la famiglia Silberg: durante la visita militare Joseph scopre che il suo gruppo sanguigno non è in alcun modo compatibile con quello di sua madre e suo padre. Questa scoperta significa una sola cosa: le persone che gli sono state accanto per tutto questo tempo non sono i suoi genitori naturali. Joseph scopre di essere stato scambiato nella culla diciotto anni prima con Yacine Al Bezaaz, ragazzo palestinese della Cisgiordania. Facile immaginare come questa rivelazione metta in crisi entrambi i ragazzi e le loro famiglie, così diverse nella loro identità e nelle loro scelte.

Come fare a superare le distanze tra i due popoli e trasformare un tragico errore in un’opportunità di pacificazione e crescita? La regista conduce lo spettatore alla scoperta di due mondi in antitesi ma fatti di uomini, che da una parte e dall’altra soffrono e mettono in campo tutte le loro debolezze, le differenze politiche e la nuova identità in cui faticano a riconoscersi.

Martedì 20, invece, toccherà alla commedia argentina di Sebastián Borensztein, Cosa piove dal cielo?, interpretata da uno straordinario Ricardo Darín, vero idolo in patria, e che il pubblico italiano ha visto e apprezzato nel thriller Il segreto dei suoi occhi, premiato con l’Oscar come miglior film straniero nel 2010. Darín interpreta Roberto, proprietario di un negozio di ferramenta a Buenos Aires. Non ha un buon carattere, vive isolato dal mondo e reagisce in modo burbero a ogni richiesta assurda della sua clientela. Roberto è pieno di manie e tic e lascia che le sue giornate scorrano uguali, intervallate dalle visite della sua amica Mari, che lo ama da sempre seppur non ricambiata. La fissazione di Roberto è collezionare articoli pescati dai giornali di tutto il mondo che riguardano morti assurde e tragicomiche. Fino a quando un giorno, un taxi scarica un ragazzo cinese davanti al suo negozio. I due non parlano la stessa lingua e non riescono a capirsi, ma il loro fortuito incontro sarà solo l’inizio di una commedia singolare, che conquista per la sua semplicità e la capacità di parlare del mondo e delle relazioni umane attraverso episodi surreali e ricchi di comicità.

Mercoledì 21 l’appuntamento è duplice. Alle 19 è prevista la premiazione dei corti del Meeting Rimini Film Festival a cui seguirà alle 21 la proiezione dell’ultimo lungometraggio di Terrence Malick, To the Wonder. Dopo aver conquistato le platee del mondo con il capolavoro The Tree of Life, interpretato dalla splendida coppia Chastain/Pitt, il maestro eremita e solitario torna a parlare dell’uomo, la creatura che più lo affascina in assoluto. E ci presenta l’aspirante scrittore americano Neil (Ben Affleck), che conosce la giovane francese di origini russe Marina (Olga Kurylenko). La coppia s’innamora sullo sfondo di Parigi, la città perfetta, e viaggia sino alla “meraviglia dell’Occidente”, Mont Saint-Michel. Trasferitisi in Oklahoma, il loro rapporto comincia a risentire delle indecisioni sentimentali di Neil, che costringeranno Marina a tornare in Europa alla scadenza del suo permesso di soggiorno. Le loro vite s’intrecceranno con quelle di padre Quintana (il maestoso Javier Bardem), un prete lacerato da una fede che non sente più incrollabile.

Un film che si traduce in visione affascinante, dove la regia abbandona inutili virtuosismi per regalarci ellissi sempre in bilico tra la natura dell’uomo e il suo rapporto con il Mistero, che si manifesta nelle sequenze immaginate da Malick.

Animazione giapponese
La chiusura della rassegna è affidata a Hayao Miyazaki. Giovedì 22 verrà proposta al pubblico la visione di Kiki – Consegne a domicilio. Una pellicola del 1989, primo vero successo del mitico Studio Ghibli, che sarà proiettata nella sua versione originale, dopo aver subito significative modifiche nella prima versione italiana portata sul grande schermo nel 2001.

I lavori del maestro dell’animazione giapponese sono tornati a illuminare il buio delle sale italiane grazie alla casa di distribuzione Lucky Red, che sta permettendo agli spettatori di conoscere e apprezzare l’arte del pluripremiato regista e animatore a cui i moderni disegnatori continuano a ispirarsi.

La sua Kiki è una giovane strega che al compimento dei 14 anni parte per un anno di formazione in una città lontana, nella vecchia Europa. Il viaggio di Kiki porta la ragazzina a scontrarsi con il mondo della città, così lontana dalla campagna dov’è cresciuta. In un mondo che corre, dove le persone sembrano così distanti, Kiki affronta il delicato momento della crescita, che la porta a scontrarsi con la perdita dei suoi poteri e con la necessità di preservarli. L’ultimo film della rassegna è un regalo per tutta la famiglia, che può ritrovare il piacere della visione collettiva davanti a un film che parla di amicizia, di difficoltà e di crescita e lo fa con la delicatezza a cui Hayao Miyazaki ci ha abituati sin dai primissimi esordi.

Non resta che aspettare che si abbassino le luci e che il rumoreggiare tra le poltrone del padiglione lasci spazio all’incanto della visione cinematografica, che da sempre ci lascia sospesi con il naso all’insù.

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