L’uomo che vedeva ciò che non c’era. Cinquanta anni fa moriva Enrico Mattei

L’Eroe del giorno non deve essere quasi mai quello che tutti si aspettano. Oggi però mi voglio accodare, mi devo accodare.

Allora, immaginate con me. Un giorno il proprietario di un terreno chiama un ruspista e dice: “Devo demolire il terreno, le colture non sono produttive e mi costa troppo mantenerlo”. Il ruspista si reca subito sul posto per abbattere, è tutto pronto. A un certo punto, però, si ferma, osserva: pochi ulivi e limoni, alberi apparentemente sterili, abbandonati, eppure bellissimi. Poi tanto spazio senza colture, non sfruttato. Lui guarda, studia il contesto: un bel sole caldo e un corso d’acqua lì vicino. Gli altri vedono ostacoli, lui risorse.

E allora immagina un campo, verde, grande, rigoglioso. Vede alberi che spuntano da ogni parte. Vede (e perché no?) anche tanti soldi. Tutto questo non c’è, ma lui lo vede. E allora chiama il proprietario. “Ma davvero devo abbattere?”. “Subito” gli viene risposto. Così tutto triste torna sul campo per agire, ma non ne ha la forza: ciò che immagina è più vero e concreto di ciò che vede. E allora compra il terreno, lo trasforma, velocizza la burocrazia, fa mille giri e capovolte. Nel giro di poco quegli alberi tornano a crescere e a produrre, i suoi frutti sono richiesti sul mercato, quel terreno diventa il prato verde e rigoglioso che aveva immaginato. Diventa, in fondo, ciò che era già.

Quel ruspista è come Enrico Mattei, che moriva il 27 ottobre di cinquant’anni fa. Un Visionario, capace di vedere quel che ancora non c’era in virtù di quel che c’era già. Capace perché voglioso. Gli avevano dato il compito di liquidare un’Azienda di Stato al collasso (l’Agip), lui vide quello che non si vedeva: un potenziale energetico e risorse immense. Velocizzò, viaggiò, rischiò. Fece l’Eni, fece più grande l’Italia.

Non smettiamo di immaginare. E pensiamo… “se solo oggi si ricominciasse da qui, dal guardare tutto come risorsa e non come rifiuto da demolire, ostacolo da rimuovere”. Che fioritura, quanti frutti. Immaginiamo che fa bene. Alla salute, all’Italia e al mondo intero.

@PinoSuriano

Exit mobile version