Loro conquisteranno l’Europa. Noi dobbiamo fare il cristianesimo

Tra vent’anni Milano avrà 200 mila abitanti in più, di cui 150 mila immigrati. Dove vogliamo andare con le unioni civili e le mezze riforme del governo Renzi?

Pubblichiamo la rubrica di Luigi Amicone contenuta nel numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)

Mentre Barbara D’Urso preparava i riflettori che il giorno seguente avrebbero illuminato lo scoop della doppia intervista referendaria e neo-nazarena a Titti Renzi e a Gatto Silvestro Berlusconi, sabato 27, vigilia dell’andata in onda del cartoon di Domenica Live, l’ottimo europarlamentare di Forza Italia Stefano Maullu ci ospitava a convegno per discutere, pensate un po’, di “Patrioti d’Europa”. Così, intervenuto in margine a una sequela di indignazioni contro l’invasione dei migranti, denunce perché l’Europa ci lascia soli e, ça va sans dire, Renzi le spara sempre più grosse ma combina niente, mi sono permesso di tonitruare quanto segue.

Uno. La demografia ci condanna. Il demografo Gian Carlo Blangiardo ci ha appena ricordato che siamo il paese più vecchio del mondo, che tra vent’anni la città italiana più economicamente performante, Milano, avrà 200 mila abitanti in più e 150 mila di questi saranno immigrati. Dove vogliamo andare? Di cosa stiamo parlando quando il governo un anno ci regala 80 euro (e se ne riprende il doppio in tasse locali), l’altro ci fa azzuffare sulle unioni civili e per un biennio «Renzi armeggia sulla Costituzione» (The Economist)? Sono vent’anni che nonostante i nostri tassi di produttività e demografia peggiori al mondo non esiste nessuna politica e nessun investimento per l’emergenza numero 1 che è emergenza di maternità, paternità, mancata libertà di educazione, zero politiche a sostegno della famiglia. Ma se non si fanno più figli come si farà a recuperare Pil, a pagare le pensioni, a presidiare il territorio, a integrare il profugo, a far rete sociale intorno alla povertà, a sostenere gli anziani e i costi della sanità?

Non ci vogliono degli Einstein per capire che tutti i problemi di questo paese, dalla mutua al bullismo, dall’immigrazione alla disoccupazione, hanno in cima questa tragedia non esaminata e, soprattutto, non contrastata neanche dopo che dalla stalla sono scappati tutti, ma proprio tutti, i buoi della condizione elementare perché si possa immaginare un futuro, uno sviluppo, una speranza per una comunità umana. Non ci vogliono gli economisti della London School per capire che solo i bambini, le famiglie e le scuole, possono dare un’impronta nuova alla società, cambiarne anche l’aspetto facciale, rinfrancarne il tono muscolare, spirituale, liberando la società dalla muffa incancrenita della depressione e della negatività. Blangiardo: «Ragioniamo in termini di azioni demografiche sempre e solo pensando alla povertà e all’esclusione sociale. Ma le politiche demografiche non si possono limitare all’assistenzialismo, perché così dimentichiamo il ceto medio. Fare figli non può essere considerato un lusso». Infatti, il lusso è diventato cacca fino al collo.

Quando Erdogan aveva il 3 per cento
Punto secondo. Vent’anni fa feci un reportage dalla Turchia e un osservatore del posto mi mise sotto il naso la notizia di un partitino musulmano del 3 per cento, il cui leader, tale Erdogan, diceva in giro delle assurdità tipo «conquisteremo l’Europa con i nostri lavoratori, come fecero i nostri avi mamelucchi». Veniva da ridere allora. Ridiamo ancora, oggi che 3 milioni di profughi sono fermi ai confini della Turchia e Erdogan deve solo decidere come e quando aprire il rubinetto per l’Europa? Perciò, altro che interventi umanitari. Chiudete l’Unicef e riaprite la politica estera, moderatamente e cum grano salis, coloniale e imperiale. I soldi gestiteli non per riempire di condom l’Africa ma per impiantarci classi dirigenti. Non vi piace perché volete il controllo di legalità e degli scontrini di petrolio e caffè? Allora non piangete più, come coccodrilli, sui barconi di annegati nel Mediterraneo.

Punto tre. Nel 1999, in Vaticano, un vescovo venuto dall’Anatolia riferì di una conversazione avuta con un maggiorente musulmano, esponente, tra l’altro, di ambienti del “dialogo” islamo-cristiano. Diceva costui: «Vi conquisteremo grazie alle vostre leggi, vi governeremo grazie alle nostre leggi». Capiamo benissimo che il dado è (quasi) tratto. Ma siamo sicuri che le nuove generazioni di musulmani vogliano rimanere tali e non sentano anch’esse il fascino (là dove vi fosse, là dove ve ne fosse anche solo un lontano riverbero) del cristianesimo facitore di umanità, libertà, razionalità, progresso, civiltà? Bisogna che facciamo il cristianesimo. Abbiamo perso tutto. E perderemo tutto. Ma la vita che viene dal figlio di Dio fatto uomo ci può salvare. “Hasta la victoria Bambino Gesù!”.

Buon Natale.

@LuigiAmicone

Foto Ansa

Exit mobile version