Lo sport e il fisco, quante se ne son dette

Come giustificare che una Onlus come tante organizzazioni umanitarie faccia miliardi di profitto? A questa domanda cercano di dare una risposta vari esponenti politici a vari livelli. La risposta però è una sola: non è giustificabile

Lo sport e il fisco, quante se ne son dette! Contro i giocatori miliardari, contro le cifre da capogiro che circolano nello sport.

Vi sono, poi, situazioni alquanto particolari. Infatti alcune attività tra le più remunerative in ambito sportivo sono considerate, dai rispettivi stati, enti  no-profit.

In tal modo scopriamo che il Real Madrid ed il Barcellona possono permettersi squadre con sovrabbondanza di campioni perché agevolate fiscalmente, il resto della Liga non mostra squadre capaci di grandi performance per più anni come queste due regine.

Grazie ad un’inchiesta dell’Indipendent, giornale inglese, scopriamo che le società di Formula1 anglosassoni hanno tassi agevolatissimi, in primis la società che gestisce il Circus. Si pensi che sull’incasso totale pari a 1,1 miliardi di sterline lo stato britannico ha incassato solo 1,1 milioni. Questo grazie ad accordi speciali con tanto di deduzioni.

Il caso però che risulta più eclatante è quello della lega di Football Americano (NFL). Quella del programma più visto dagli statunitensi: il superbowl. Tale lega nazionale detiene un record invidiabile, soprattutto dal calcio italiano, quello della maggiore media di affluenza negli stadi (67.591 nel 2012), questo significa anche maggiore introiti per media biglietti venduti.  Il totale degli utili è pari a 7 miliardi e mezzo di euro all’anno, non male. Se poi si è considerati no-profit ancora meglio. Ma come giustificare che una Onlus come tante organizzazioni umanitarie faccia miliardi di profitto? A questa domanda cercano di dare una risposta vari esponenti politici a vari livelli. La risposta però è una sola: non è giustificabile. La protesta parte da una semplice affermazione: il denaro del contribuente è prezioso e non può essere speso per il superbowl. Come se il campionato di calcio lo pagassimo con le nostre tasse.

A tutte queste analisi va aggiunto un ulteriore elemento, le società e leghe citate non sono considerabili più sport dilettantistico, ma sport business. Essendo quindi un business deve pagare il proprio, non solo per un fatto di far ritornare qualcosa alla società nella quale esisti, ma anche perché vivendo in concorrenza con altre aziende sportive devi avere elementi che non ti favoriscano eccessivamente.

@SporthinkEurope

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