Lettera in difesa di Imagine di John Lennon ci conferma nel nostro «pregiudizio oscurantista»

Qui a Tempi siamo così insensibili che non capiamo che, tolta la melodia, le parole, il ritmo e gli accordi, la canzone è un «capolavoro assoluto» perché ispira sentimenti di pace

Al direttore di Tempi. Mi riferisco all’articolo pubblicato con il titolo Per commemorare i morti di Parigi, non cantate Imagine di John Lennon. È un inno alla violenza. Non entro nel merito degli argomenti sostenuti, e nemmeno delle dotte citazioni, che scomodano addirittura Hegel, Kant, Spinoza e Benedetto XVI, per dimostrare che Imagine sarebbe una canzone violenta, atea, dissacrante, persino disumana.

Cari amici di Tempi, evidentemente vi è sfuggito l’aspetto principale della canzone di Lennon. E cioè il suo elemento artistico. Imagine è un’opera d’arte e come tutte le opere d’arte vale per le emozioni che riesce a dare a chi ne gode. La Pietà di Michelangelo (il paragone forse è più consono alle vostre corde) è una capolavoro assoluto non tanto per il materiale scelto, per come sono stati usati scalpello e martello, per la personalità dell’artista, ma per ciò che quel pezzo di marmo così lavorato riesce a dire all’anima di chi lo guarda. La stessa cosa vale per Imagine, che ha commosso miliardi di persone di tutte le età, in tutto il mondo. Più che gli accordi scelti, la melodia, il ritmo, le parole, contano i sentimenti che quella canzone sa suscitare in chi l’ascolta. Più che un inno alla pace, è un’espressione profonda di pace, che mette in moto sentimenti di pace.

Se riusciste ad ascoltarla senza paraocchi, senza pregiudizi ideologici, senza perversioni fondamentaliste, con la disponibilità d’animo e l’apertura che serve per comprendere ogni opera d’arte, capireste che vi trovate davanti ad un capolavoro assoluto della musica di tutti i tempi. Non è un caso che le opere di John (sì, ci chiamiamo per nome perchè in 50 anni di frequentazioni assidue siamo ormai divenuti amici) siano giustamente messe alla pari con la musica classica e sacra dei secoli passati.

Fatevene una ragione: Imagine, con tutta l’opera di John Lennon, sopravviverà alle vostre tristi e oscurantiste elucubrazioni.

Cordialmente, Mao Valpiana, amico di John Lennon, dei Beatles e della nonviolenza – Presidente del Movimento Nonviolento

Risposta: Gentile Mao amico di John, nemmeno noi scomodiamo Hegel, Kant, Spinoza e Benedetto XVI per risponderle; le sue parole bastano e avanzano per capire perché Imagine è la canzone peggiore per commemorare i morti di Parigi. Noi non avremmo saputo fare di meglio, grazie.

Foto Ansa

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