Legge di stabilità approvata alla Camera

Con 350 voti favorevoli la legge passa e va all'esame del Senato. Si lavora per il ritiro della norma contro i comuni "anti-slot machine", e per trovare 1,3 miliardi di euro di mancato gettito Imu

La Camera con 350 voti favorevoli e 196 contrari ha approvato la legge di stabilità 2014: domani il testo passerà a Palazzo Madama dove il voto è in calendario per lunedì 23. Intanto Letta cerca di placare la rivolta dei Comuni sui tagli, «Questa è la prima legge di stabilità dà ai comuni e non taglia; la questione posta troverà attenzione. invito i comuni ad avere un atteggiamento dialogante perché con il dialogo i problemi si risolvono».

«ALL’ITALIA NON SERVE BABBO NATALE». Letta ha quindi proseguito: «Qualcuno forse crede che all’Italia serva Babbo Natale, ma io penso che ci voglia solo un buon padre di famiglia che compia scelte equilibrate». Letta in queste ore è a Bruxelles, dove, dopo la notizia del declassamento di Standard & Poor dell’intera Ue (passata dalla tripla A alla doppia) si respira un’aria molto tesa. Stamattina il commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn ha dichiarato “guerra” alle agenzie di rating: «La Commissione europea non è d’accordo con Standard & Poor’s sul fatto che gli obblighi degli Stati membri sul bilancio Ue in uno scenario di stress sono messi in discussione: tutti gli Stati hanno sempre, anche durante la crisi finanziaria, fornito i loro contributi attesi al bilancio in pieno e in tempo». Letta invece è stato più catuto e ha detto che «Il downgrade, non va sottovalutato: è la dimostrazione che la transizione non è finita e che l’euro e la Ue sono sotto osservazione, c’è bisogno di molta attenzione e molta prudenza, servono scelte determinate».

LA RIVOLTA DEI SINDACI. Lo “sciopero” dei sindaci nei rapporti con il Governo indetto ieri dall’Anci comunicato dal presidente dell’Anci Piero Fassino (Pd), ha ricevuto l’appoggio anche del segretario del Pd (e sindaco di Firenze) Matteo Renzi e del presidente del partito, Gianni Cuperlo. Nel giro di pochissime ore il premier Letta si è trovato messo alle spalle al muro non solo dai sindaci di tutti i colori politici d’Italia, ma da parte del suo stesso partito. Già ieri sera si è registrata l’apertura del premier che si è impegnato per un decreto “anti-tagli” ai Comuni. Oggi in effetti il Governo è già all’opera. Il ministero dell’Economia e Palazzo Chigi si stanno sentendo di continuo per recuperare 1,5 miliardi di euro che i comuni perderebbero a causa del taglio dell’Imu e per valutare se ritirare l’altro emendamento criticatissimo, quello che ha penalizzato i Comune “anti slot machine”: alcuni comuni hanno deciso di porre dei limiti alla diffusione dei video poker e delle slot, o proibirile in alcune ore. Ma un emendamento presentato ieri dalla senatrice Federica Chiavaroli di Ncd mette a carico dei comuni stessi il mancato gettito sui giochi in città. Si tratta della norma, fatta proproa dal Governo, che Matteo Renzi ha definito «una porcata».

DEL RIO: «CI IMPEGNIAMO». Stamattina il ministro per gli Affari regionali Graziano Del Rio (storico renziano nel Pd) ha promesso il decreto correttivo, aggiungendo che «Entro la fine dell’anno nel decreto rivedremo la flessibilità delle aliquote Tasi per le detrazioni alle famiglie, e saranno stanziate altre risorse, oltre ai 500 milioni già previsti nella legge di Stabilità, per arrivare complessivamente a 1,2-1,3 miliardi di euro».

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