La sera s’andava al Tartarughino. Dizionario minimo della Prima Repubblica

Tic, battute, modi di dire, luoghi e personaggi di un’epoca in cui il centralino Rai rispondeva al numero “654111”

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)

A, come apparato. La definizione vale per la sinistra, e in particolare per il Pci. Il termine apparato dava l’idea delle stanze piene di fumo, sembravano come delle celle monacali. E i visi pallidi erano come i monaci. Curiosità: su facebook esiste una pagina di nostalgia del Pci che si chiama “L’apparato”.

A, come andreottiani. Era una corrente minoritaria quella che rispondeva al verbo di Giulio Andreotti. In principio la corrente si chiamò “Primavera” e la sua rivista Concretezza. L’uomo deputato al mantenimento era Franco Evangelisti, presidente della Federboxe, quello di «a Fra’ che te serve?». Evangelisti era molto diverso da Andreotti al punto che quest’ultimo ne disconosceva modi e stile. 

B, come balneare, nel senso dei governi. Spesso succedeva che fosse necessario «far decantare» la situazione politica assicurando un esecutivo. Presieduto da chi? Per sua natura doveva essere un notabile di rito Dc che non avesse una forza organizzata dentro il partito. 

B, come Botteghe Oscure. Il palazzo delle Botteghe Oscure, che fu la storica sede del Pci, venne costruito dai fratelli Marchini, Alfio e Alvaro. Comunisti entrambi che lo diedero a Palmiro Togliatti a condizioni di grande favore. È  il luogo dal cui balcone si affacciava Enrico Berlinguer per salutare la base. Si raccontava che nel palazzo di fronte stessero i servizi segreti con il compito di spiare i comunisti. Ospitava anche “La rinascita”, che era la libreria del Pci.

C, come Caf. Con questo acronimo si indicò la nascita del triumvirato stabilitosi alla fine degli anni Ottanta. Il patto di ferro prevedeva Craxi segretario del Psi, Andreotti a Palazzo Chigi e Forlani alla guida della Balena Bianca. Si diceva che Craxi fosse nella parabola discendente, e che ci fosse un democristiano di troppo.

C, come Cencelli, nel senso di Massimiliano. Una creatura del Vaticano. Cencelli è stato il segretario particolare di un democristiano molto spiritoso di Cuneo che si chiamava Adolfo Sarti. È noto alle cronache parlamentari per aver ideato un sistema di calcolo ponderale che sulla base dei voti ottenuti in congresso dalle varie correnti avrebbe dovuto ispirare le nomine all’interno della Dc e le designazioni governative. Del suo manuale non c’è traccia. Non era un libro, ma erano alcuni fogli in cui erano stati fatti dei calcoli. Il Divo Andreotti mormorava: «Un libro da dimenticare, purché lo dimentichino tutti».

D, come doroteo. Il nome della corrente Dc deriva da una santa, santa Dorotea a cui era stato intitolato un convento sul Gianicolo. Lì, alla fine degli anni Cinquanta, si riunirono alcuni Dc senza corrente per porre fine a quella che era avvertita la dittatura fanfaniana.

E, come edera. Il simbolo dei repubblicani risale al Risorgimento. Avevano come leader carismatico Ugo La Malfa, che proveniva dal Partito d’azione. Per certi versi è stato un partito di massa, soprattutto in certe zone d’Italia, come ad esempio in Sicilia. È stato sostenuto da intellettuali e imprenditori illuminati. Si diceva che Agnelli li votasse.

F, come frigorifero. Si usava dire che i voti dell’Msi finissero in un frigorifero, ovvero come se venissero congelati.

G, come Golfo, nel senso della corrente Dc. Allorquando sta per venire il settennato di De Mita, cominciano ad agitarsi due elementi centrali: Gava e Scotti, entrambi di Napoli, donde il nome della “corrente del Golfo”.

L, come lottizzazione. Un sistema figlio del manuale Cencelli di cui sopra, che in Rai fu applicato alla virgola. Tant’è così che in una tribuna elettorale Craxi disse che il numero di telefono della Rai era 654111. Intendendo che nel cda ci sarebbero stati 6 dc, 5 psi, 4 pci, 1 socialdemocratico, 1 repubblicano e 1 liberale.

M, come miglioristi. L’ala destra del Pci, avversari di Berlinguer e Ingrao, figli di Giorgio Amendola, non necessariamente nemici dell’Unione Sovietica, ma amici di Craxi, disposti a venire a patti e compromessi con il Psi di Bettino.

N, come non sfiducia. È il governo di Andreotti in cui il Pci si astiene, ed è una definizione di grande sottigliezza e ambiguità. Il lessico della politica si dilata fino a raggiungere qualcosa di assurdo. Questo lessico risponde all’esigenza di spiegare quello che non si può spiegare.

O, come Oltretevere. È un’espressione che denota il timore dei democristiani nei confronti del Vaticano. Al punto di non nominare i Papi.

P, come piazza del Gesù. Soprannominata “piazza dei veleni”, qui si trova Palazzo Cenci Bolognetti, che fu la sede della Dc. La stanza dove si riuniva la direzione della Dc si chiamava la “stanza delle cariatidi”. Curiosità: i potenti Dc si erano sistemati dentro un palazzo mobiliare. E il segretario risiedeva in una specie di camera da letto.

Q, come quadripartito. Altro che bipolarismo.

R, come Raphael, il noto albergo a pochi metri da piazza Navona era il quartier generale di Craxi. Bettino abitava lì in una dépendance, che si chiamava la “raphaellina”. L’albergo era di un ex comunista che si chiamava Spartaco Vannoni, partigiano toscano che aveva conosciuto Craxi quando era ragazzo. E aveva subito detto: «Questo si farà». Gli faceva da padre e gli dava consigli. Era uno dei pochi che Craxi stava a sentire. Ed è proprio uscendo dal Raphael che nell’aprile del ’93 Bettino fu colpito da una pioggia di monetine lanciate da coloro che condannavano la partitocrazia. C’era pure Batman Fiorito a tirare le monetine.

S, come staffetta. Il passaggio della campanella del governo fra due esponenti della Dc, o del Psi.

T, come Tartarughino. È stato per anni il night della Prima Repubblica. A pochi metri da via della Scrofa, si potevano vedere sfilare e danzare Altissimo, De Michelis e Martelli.

U, come Ultimatum. La Prima Repubblica viveva di ultimatum che tali non erano. Perché non portavano mai alla rottura. La stagione era elastica, tendeva più che a rompere, a reggere, a dilatarsi, allungarsi.

V, come via del Corso 476. Fu la sede storica dei socialisti, uno dei simboli della topografia politica italiana. Per anni fu tutto «un via del Corso fa sapere, via del Corso dice».

Z, come zavorra. Craxi usava chiamare così i pesi morti del suo esecutivo.

@GiuseppeFalci

Foto Ansa

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