La fede si trasmette con la fede. E papa Francesco ci crede

Non è la prima volta che i papi toccano i cuori con la semplicità, ma si ha la sensazione che la gente stesse aspettando proprio questo.

«Aprite la mente al vostro cuore»: è una delle frasi felici di questo nuovo Papa che sta toccando i cuori di tutti, ad eccezione degli uccelli del malaugurio che appollaiati aspettano che vengano al pettine le solite questioni di bioetica e dello Ior. Andrea Tornielli sulla Stampa ha raccolto dichiarazioni di parroci che raccontano la crescita del numero di confessioni. Notizie simili arrivano da tutte le parti. Perché questo fenomeno? È semplice: la fede si trasmette con la fede e il Papa ci crede.

Inoltre papa Francesco usa il linguaggio di Gesù: la vecchietta, la pecora, il perdono… Non è la prima volta che i papi toccano i cuori con la semplicità, ma si ha la sensazione che la gente stesse aspettando proprio questo. Il linguaggio della dottrina teologica non sempre è efficace, anche se è necessario. La Chiesa fin dai primi secoli ha dovuto impegnarsi per definire la retta dottrina da cui dipende la giusta percezione della fede.

Sono stati necessari dei concili per definire l’unica natura e le tre persone della Trinità, l’unicità della persona di Gesù nelle due nature umana e divina, e così via attraverso i secoli: la Chiesa ha dovuto fronteggiare le eresie e, ultimamente, l’attacco razionalista che nelle università ha sferrato la sua battaglia. Ratzinger è stato l’ultimo grande campione che ha respinto questo attacco e ha parlato d’amore all’uomo del nostro tempo, frastornato dalle ideologie. Oggi si torna al linguaggio vivo e tenero di Gesù. La Chiesa è madre e maestra.

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