La Camera vota sì all’arresto di Genovese

La Camera ha votato sì all'arresto del deputato Pd di Messina Francantonio Genovese: 371 i favorevoli, 39 i no (di Fi e Ncd), 13 gli astenuti.

La Camera ha votato sì all’arresto del deputato Pd di Messina Francantonio Genovese: 371 i favorevoli, 39 i no (di Fi e Ncd), 13 gli astenuti.

«Su Genovese voteremo a favore dell’arresto come abbiamo fatto in giunta e chiederemo il voto palese, ma qui qualcuno ha bisogno di agitare uno scalpo. Noi questo non lo permetteremo»: con questa dichiarazione nel primo pomeriggio il premier Matteo Renzi ha sbloccato la situazione del voto alla Camera per l’autorizzazione dell’arresto di Genovese, sotto inchiesta per una truffa da 6 milioni di euro di fondi pubblici destinati alla formazione. Genovese, nelle primarie del dicembre 2012 (quando si vociferava già di un’inchiesta a suo carico) è risultato il più votato d’Italia con oltre 19 mila voti.

FI: «UN ALTRO PRINCIPIO COSTITUZIONALE VA A FARSI FRIGGERE». Dopo la dichiarazione di Renzi, il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta ha spiegato che il suo partito aveva cambiato idea: «Sul caso Genovese avevamo chiesto il voto segreto per garantire libertà di coscienza ai deputati, ma all’apparire del sospetto di possibili strumentalizzazioni di quel voto abbiamo deciso di cambiare opinione». Più tardi in aula, è stata particolarmente vivida la dichiarazione del relatore per il partito, Maurizio Bianconi, che ha spiegato perché Fi ha votato contro: «Lo scenario è quello di un indebolimento della politica. Il caso Genovese, non è un caso in sé, ma emblematico. È la verifica triste, non solo sulla pelle di un uomo, ma anche su quella delle istituzioni, se il Partito democratico è il protettore dei suoi uomini, o il Torquemada che sulle piazze dice di essere. E così sulla base di questa verifica, un altro principio democratico quale il voto segreto, presidio e tutela costituzionale, va a farsi friggere. Il voto segreto è stato voluto per lasciare la possibilità di ragionare e decidere in coscienza personale, ma è gettato via in nome del sangue che dev’essere fatto schizzare davanti alla folla». Bianconi ha sottolineato che «Il fumus perquisitionis c’è e la cartina tornasole è che il gip nella richiesta – avanzata tra l’altro sulla base delle carte della procura di Messina che vuole l’arresto – spiega che la custodia cautelare è necessaria perché Genovese è un politico».

IL PD «IL M5S SI VERGOGNI». «Il Pd con questo voto sofferto e ragionato, vuole rappresentare il rispetto per il termine democratico» ha esordito la deputata Anna Rossomando, che poi ha attaccato il Movimento 5 stelle: «Noi siamo il partito che ha raccolto l’eredità di siciliani come Pio La Torre, e che non va a fare buffonate come attraversare lo Stretto a nuoto (il riferimento è a Beppe Grillo, ndr.), né andiamo a dire nelle piazze cose come che la mafia non esiste. Vergognatevi!». Il Pd, spiegando che crede che è dentro il processo che si difendono le persone imputate, con vari presidi di garanzia alla libertà, ha deciso però di votare a favore dell’arresto di Genovese: «Non è compito della politica dare delle sentenze prima del giudizio. Ma non accetteremo frasi come “ripuliremo” il parlamento». Rossomando ha sottolineato che «Non tocca a noi condividere l’impianto accusatorio, che è stato valutato da diverse persone e ritenuto adeguato per la richiesta di questa misura, ci sono vari indizi e plurimi».

IL FRONTE GARANTISTA. Prima del voto, sono stati diversi gli interventi (dai deputati di Api-Gruppo mistro, del Partito socialista, di Centro-democratico Gruppo misto) ad aver esposto un parere diverso, e ricordato che secondo la stessa Giunta delle autorizzazioni le misure cautelari a Genovese non sono richieste per un pericolo di fuga, che non ci sarebbe, ma ad un clima elettorale teso e alle richieste di «una folla giustizialista» per «una condanna già emessa e non dalla magistratura». Nuovo centrodestra ha sottolineato che «Per noi la libertà personale è sacra, Genovese risponderà davanti ad un tribunale, ma quest’aula non può arrogarsi il diritto di emettere una sentenza. Voteremo contro l’arresto di Genovese, fino a che non ci sarà una seria riforma della giustizia, che ritorni a garantire i diritti basilari ai cittadini senza nulla togliere all’esigenza di accertamento dei reati della magistratura».

SC E SEL. Per Scelta civica invece, «La Giunta per le autorizzazioni ha svolto un accurato lavoro di inchiesta sulla richiesta di custodia cautelare, avanzata perché ci sarebbero le concrete possibilità di reiterazione del reato», per questo ha deciso di votare favorevolmente all’arresto. Sel ha sottolineato che «in questi giorni in Aulaabbiamo solo assistito ad uno spettacolo di tifoseria con finalità elettorali. Il Gip di Messina ha chiesto l’arresto di Genovese, sulla base di un’indagine corposa, che andrà sotto l’analisi della magistratura giudicante. Ci sono reati pesanti in quest’inchiesta, come la truffa aggravata. Oggi siamo di fronte al riemergere di meccanismi di corrutela particolarmente esagerati, ma se pensiamo che tocchi solo alla magistratura la funzione di anticorpo, il nostro destino sarà abbastanza triste. C’erano tutte le avvisaglie al momento di formazione delle liste elettorali del Pd perché non si arrivasse al punto attuale». Sel sottolineando che Nuti del Movimento 5 stelle – che ha accusato Genovese della possibilità di fuggire o di inquinare le prove – ha replicato: «Forse ha letto un’altra richiesta di custodia cautelare, perché il Gip non parla di questo, ma di possibilità di reiterare il reato. Ci pare di intravedere una nebbiolina, se non un fumus perquisitionis. Una forza politica, ovvero il M5s, ha prodotto alla Giunta degli atti processuali che non erano stati inviati nemmeno dal Gip». Sel ha deciso di votare comunque a favore degli arresti.

M5S: «LE MANETTE AI SUOI POLSI NON SONO NULLA». Per i grillini decisione unanime di votare a favore degli arresti perché «Le manette ai polsi di Genovese non sono nulla rispetto alle manette che i politici hanno messo ai polsi dei siciliani».

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