Intervista – Daniele Basso e il suo mondo d’arte e Coca Cola

L’artista Daniele Basso partecipa con la prova d’autore della sua creazione intitolata Coke It’s Me! alla collettiva Corporate Art – L’azienda come oggetto d’arte, aperta presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma da oggi fino all’11 ottobre 2015. La scultura commissionatagli dal colosso americano è esposta nella sua versione definitiva ad Expo Milano 2015 nel Padiglione Coca-Cola. Abbiamo intervistato Daniele per farci raccontare il suo iter artistico e la sua formazione poliglotta.

Ti sei formato tra Milano, New York e Parigi. Quale è stata la città più stimolante dal punto di vista artistico?

La cosa più stimolante per me è cambiare, mescolare le identità per trovare la propria dimensione. Milano è modaiola e raffinata, ma anche tanto italiana, confidenziale e godereccia… Creativa per il benessere e la vita. Parigi è elegante e maestosa. Mia mamma era francese e mi ha messo in comunicazione con la sua dimensione dell’ordine e della disciplina per ottenere risultati. È stata una lezione d’identità, d’orgoglio e dignità. Ma NYC è il centro del mondo. Dove tutto scorre e non esiste tregua. Tutto accade hic et nunc. Il campo perfetto per mettere in atto le idee ed esprimere tutta la propria creatività. Dove esercitare la determinazione che serve per affermare la propria identità. Perché a NYC è una lotta continua, dove solo chi lo merita resiste e rimane in piedi.

Coca cola ti ha commissionato l’opera Coke It’s Me, come è stato lavorare per loro?

Lavorare con Coca-Cola è stata la realizzazione di un sogno del bimbo che c’è in me! Sono collezionista da sempre di bottiglie Contour dal mondo. Da piccolo viaggiavo con i miei genitori ed il gusto coca cola, uguale in tutto il mondo, per assurdo era un gusto di casa. Un gusto che nella pratica ha unito il mondo intero, contribuendo all’idea che oggi abbiamo di globalità. Lavorare artisticamente su un mito così tanto interpretato come la bottiglia, che attraverso l’arte ha trasformato un brand in fatto sociale, è stato un onore e una grande responsabilità che sono felice di aver assolto in modo personale e riconoscibile. Il management di Atlanta è stato il committente perfetto. Idee chiare da subito, grande libertà e voglia di ascoltare per costruire pensieri di valore. Una collaborazione entusiasmante. A conferma che dietro “grandi imprese” ci sono sempre persone di valore… Perché alla fine si lavora sempre con le persone…

Cosa hai voluto raccontare attraverso la tua opera dalla superficie riflettente?

Dissetante come ghiaccio, l’opera è in realtà un prezioso diamante a specchio che circonda l’iconica bottiglia Contour d’eternità, testimoniando l’anniversario attraverso l’arte e la materia, per sempre. Pieghe che giocano con luci ed ombre in movimento, rivelando le diverse facce della realtà in cui viviamo, che appare unica ma è molteplice. E’ il Mondo Coca-Cola che si anima in tutti noi che in essa ci riflettiamo. Che riflette passione, felicità ed entusiasmo con cui Contour ha pervaso la Terra in 100 anni di storia e di sorrisi! Ovunque nel mondo. Aiutandoci a sentirci uniti nella stessa Umanità. “Coke It’s Me” è un tangibile GRAZIE di Coca-Cola, dall’Italia al mondo intero, attraverso un oggetto d’arte sostenibile di un giovane artista italiano. Un grazie a tutti, veri protagonisti di questo successo, per l’affetto dimostrato. A tutti noi che ogni giorno la scegliamo e che virtualmente “siamo Coca-Cola”. Infatti nei miei lavori, tutti uguali davanti allo specchio, siamo sospinti verso un mondo di eterea leggerezza, tra sogno e realtà, metafora della società contemporanea che fa i conti con i propri desideri, alla ricerca di nuovo senso della vita… che mi piacerebbe fosse più responsabile, ma che spero sia almeno più cosciente! Specchiarsi è stato il primo gesto dell’uomo per riconoscersi come tale. Un gesto innato ed ancestrale che ci mette in contatto con la profondità del nostro io e dei nostri sogni… un gesto che anticipa ed ispira i nostri più intimi progetti di vita!

Hai usato l’acciaio in quanto la tematica della sostenibilità è da te molto sentita. Hai degli oggetti di uso quotidiano che riusi in modo particolare?

Mi affeziono a tutti gli oggetti che uso. Per anni li ho anche progettati ma sempre cercando il loro lato emozionale. Oggi li compro di qualità e li tengo per anni. Però non ho ancora un oggetto preferito a cui fare particolare riferimento. Piuttosto un materiale, l’acciaio, che mi affascina. Metallo eterno, concreto, difficile da lavorare ma con cui puoi fare cose stupende! Erroneamente considerato indistruttibile, ha però bisogno di poche cure, come me, e non ti tradisce mai. Sono doti che apprezzo nelle persone e che bene costituiscono parte dei messaggi della mia arte.

@ARTempi_

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