In Sicilia quarantasei nuove imprese nascono grazie alla diocesi di Caltanissetta

La Caritas, il vescovo e gli istituti di credito cooperativo nisseni si sono uniti per il progetto Microcredito, un'esperienza vivace che ha permesso di avviare nuove realtà professionali per giovani e non

Quarantasei nuove piccole imprese in circa due anni, in un territorio che sembrerebbe ormai il deserto dell’imprenditoria. In provincia di Caltanissetta giovani e non hanno potuto avviare delle nuove realtà professionali grazie al progetto Microcredito della Caritas in una delle prime esperienze in tutt’Italia dove una diocesi è coinvolta in prima linea nel sostegno economico all’occupazione.
«L’idea è nata dal vescovo di Caltanissetta, monsignor Mario Russotto, dopo alcune esperienze particolari che avevamo incontrato lungo un altro progetto di microcredito precedente rivolto esclusivamente al sostegno delle famiglie» racconta a tempi.it Valentina Riso, responsabile di Microcredito per l’impresa.

«VORREMMO DUE MUCCHE PER FAVORE». A spiegare quali siano state queste “esperienze particolari” che hanno colpito l’attenzione della diocesi nissena è il presidente della Caritas, Giuseppe Paruzzo: «Nel 2008 stavamo conducendo un progetto di sostegno alle famiglie indigenti. Un giorno, però, si presentò una ragazza per chiederci di aiutarla nell’acquisto di una cucina, che le serviva per avviare una ludoteca. Tempo dopo si presentò un giovane: e ci chiese un prestito per acquistare formaggi e prosciutti, per la nuova salumeria che aveva appena aperto. Il terzo episodio è stato anche il più curioso. Una coppia ci chiese se era possibile avere dei fondi per acquistare due mucche per avviare un loro piccolo allevamento. A quel punto abbiamo capito che era fortissima l’esigenza di giovani, e non solo, di qualcuno che desse loro credito. Credito e fiducia».
Prosegue Riso: «Microcredito per l’impresa è un’appendice del progetto Policoro della Cei nazionale, che si occupa di imprenditoria giovanile: la Chiesa vuole accompagnare il giovane dall’idea alla realizzazione di una nuova occupazione. Qui a Caltanissetta ci siamo accorti che nel momento in cui il progetto veniva completato, e bisognava cercare i fondi, i giovani nisseni, che spesso non possono ricorrere a capitali personali o di famiglia, rimanevano disarmati. Le banche magari si rifiutavano di aiutarli e spesso i ragazzi finivano per rinunciare all’idea. A quel punto, conosciuta anche l’esperienza delle richieste di aiuto ricevute dalla Caritas per le nuove attività imprenditoriali, il nostro vescovo ha pensato di creare un progetto Policoro che desse anche un microcredito alle imprese, con lo scopo di contrastare l’esodo massiccio dei giovani dal Sud. La nostra diocesi, caso raro in tutt’Italia, ha contattato e coinvolto gli istituti di credito cooperativo del territorio diocesano, che si sono mostrati disponibili e ci hanno permesso di creare un fondo da 1,6 milioni di euro a Natale 2010». Da allora ad oggi sono già stati erogati 561 mila euro, per lo più a ditte individuali o a conduzione familiare, in qualche caso anche a cooperative.

COOPERATIVA CREATIVA. Per ogni nuova attività vengono concessi prestiti per un massimo di 25 mila euro, a tassi contenuti dell’1,5 per cento. «I settori di attività sono i più disparati – prosegue Riso–: ludoteche, macellerie, salumerie, un centro estetico, uno studio di ingegneria, una “companaggeria”, cioè una gastronomia tipica. Poi anche una pescheria, un caffè letterario, una sartoria. Sono venuti da noi sia giovani alle prime armi, che persone più adulte che avevano perso il lavoro ma che si sono rimboccate le maniche per reinventarsi».
Particolare è proprio la storia della companaggeria: «Si sono presentati da noi un gruppo di amici, con professionalità e titoli di studio diversi: c’era un architetto, un impiegato di tipografia, uno studente. Ci hanno detto che hanno deciso di unire le forze per trovare lavoro e per creare un punto di incontro per la loro città. Si sono buttati in questa esperienza con molta creatività. La particolarità del locale è che è stato arredato solo con materiali di riuso. Hanno ristrutturato i vecchi banconi di un bar, recuperato mobili abbandonati, e riutilizzato materiali di scarto per abbellirli. Oggi quel locale è davvero molto frequentato, una storia di un piccolo successo».

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