In questa strana quaresima non viene meno il compito dei cristiani

In un libro di Giussani c'è il suggerimento di quale sia la nostra responsabilità, anche in un periodo particolare come questo

Caro direttore, prima della pausa quaresimale (vorrei, infatti, impormi 40 giorni di astensione dalla scrittura pubblica per avere più tempo per la preghiera, per i rapporti comunitari e per la lettura), desidero comunicare a te ed ai tuoi sempre più numerosi lettori alcune impressioni che mi ha causato la lettura del libro del Servo di Dio don Luigi Giussani Generare tracce nella storia del mondo (coautori Stefano Alberto e Javier Prades – Rizzoli).

Parlando del Battesimo, che dà vita ad una creatura nuova che si immedesima con Cristo, gli autori scrivono che questo nuova creatura inevitabilmente si trova ad essere in contraddizione con quello che Gesù definisce come “mondo”.

Scrivono:

«Siamo immersi in una realtà “mondana” contraria a ciò che ci è accaduto (con il battesimo, ndr): essa ha bisogno dell’avvenimento di Cristo, ha bisogno che sia testimoniato e vissuto, ma, come coscienza e affezione, è radicalmente estranea e in opposizione alla personalità nuova, alla “creatura nuova” cui Cristo da inizio».

Ed a questo punto don Giussani cita, con mia grande e piacevole sorpresa, una frase di Sant’Antonio:

«Verrà un tempo in cui gli uomini impazziranno e al vedere uno che non sia pazzo gli si avventeranno contro dicendo: “Tu sei pazzo”, a motivo della sua dissomiglianza da loro».

Ecco: mi sembra che questo tempo sia arrivato. Oggi, infatti, ti danno del pazzo se osi affermare alcune cose ovvie, come il fatto che siamo stati creati e che siamo stati creati maschio e femmina; che la vita deve essere sempre tutelata fin dal suo concepimento e fino alla fine naturale della vita stessa; che c’è un Mistero nell’universo che ci sprona a cercarlo e guardarlo, invece che eliminarlo in partenza; che c’è un uomo che ha detto di essere Dio. Mi è tornato in mente il grande Chesterton, che in varie occasioni ha affermato che una volta abbandonato Dio l’uomo è più vicino alla pazzia. L’aggravante di oggi è che il pazzo da’ del pazzo a chi non lo è. Il “mondo” capovolge sempre tutto.

Ma in quello stesso libro, si dice che non dobbiamo vivere passivamente questa contradditorietà con il mondo. Infatti, gli autori, a proposito del Battesimo, scrivono che «lo si incomincia a capire nell’incontro con una compagnia cristiana viva; poiché in esso si desta una memoria che dà pace al cuore, soddisfazione all’animo e che, nello stesso tempo, rende combattiva la vita, fa capire che la vita è un combattimento per l’affermazione di Cristo (…) la mia persona è incorporata nel Mistero della persona di Cristo». Ed anche Cristo è un “vir pugnator”, che lotta per entrare nella nostra vita.

Mi hanno colpito, queste parole, perché disegnano una responsabilità ed un compito che non sempre viene sottolineato nel mondo cattolico, dove spesso prevale una concezione sentimentale della presenza dei cristiani nel mondo. La vita cristiana è una lotta continua per affermare la regalità di Cristo Risorto in ognuno di noi e nel mondo intero. Penso che le parole appena citate possano essere una grande aiuto per vivere questo periodo quaresimale, anche per rimediare alle paure determinate dal coronavirus.

Caro direttore, abbiamo la responsabilità di rispondere alla chiamata di Cristo e della Sua Chiesa con tutto noi stessi: tenerezza, passione, ma anche lotta quando occorre e penso che in questo periodo occorra.

Buona Quaresima.

Peppino Zola

Foto Ansa

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