Ilva, la Consulta boccia il ricorso dei pm. Nelle acciaierie la situazione resta bloccata

Ieri la Corte costizionale ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla procura di Taranto contro Governo e parlamento per il "Salva-Ilva".

Ieri sera la Consulta ha bocciato il ricorso presentato dalla procura di Taranto contro il decreto “salva-Ilva” varato dal Governo a dicembre 2012 (che prevede la produzione possa continuare in parallelo alla messa in sicurezza dello stabilimento, controllata da commissari nominati dal Governo). La procura di Taranto aveva immediatamente presentato due ricorsi, contro il Governo e uno contro il Parlamento, ritenendo che il decreto e la successiva legge conversione, ritenendo che i due organi istituzionali avessero varato «una revoca legislativa», che aggirava e rendeva inutile il sequestro dello stabilimento chiesto e ottenuto a luglio scorso dai pm. Per i pubblici ministeri si trattava di un atto legislativo di fatto invasivo di altrui competenze, che avrebbe annullato l’efficacia del sequestro, e «legittimerebbe ulteriori reati dello stesso genere» di quelli che avrebbe commesso l’Ilva in tutti questi anni. Ieri la Consulta non è nemmeno entrata però nel merito su questo aspetto.

APPUNTAMENTO AD APRILE. La bocciatura della Corte costituzionale ai due ricorsi dei pm, infatti, arriva per un motivo più tecnico, cioé che «il conflitto di attribuzione relativo ad una legge o ad un atto avente forza di legge è inamissibile, quando sussista la possibilità di sollevare eccezione di legittimità costituzionale in via incidentale nell’ambito di un giudizio comune». Secondo i giudici, il conflitto di attribuzione contro una legge potrebbe essere sollevato solo dopo il momento in cui il caso arriva davanti ad un giudice per le indagini preliminari, e si svolge davanti alle parti: ciò è avvenuto proprio anche nel caso Ilva, dato che dopo la procura hanno sollevato un conflitto di attribuzione alla Consulta anche il gip di Taranto Patrizia Todisco, e il Tribunale del Riesame locale (a cui si sono rivolti gli avvocati dei Riva e dell’azienda per chiedere la revoca del decreto di sequestro, dopo l’entrata in vigore del “Salva-Ilva”): ieri, la Corte costituzionale ha fissato per aprile la nuova udienza, in cui esaminerà questi ultimi due ricorsi.

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