Il Venezuela nella mani del dittatore Maduro

Nonostante i tentativi dell'opposizione di boicottare Maduro, l'Assemblea costituente ha privato il Parlamento dei poteri legislativi

In Venezuela la nuova Assemblea costituente, voluta dal presidente Nicolas Maduro, ha votato a favore della propria assunzione dei poteri legislativi del Parlamento, controllata in maggioranza dai partiti di opposizione. Maduro sostiene che questa mossa consentirà di porre fine all’insicurezza politica, ma per molti si tratta del primo passo verso la dittatura. Il Parlamento venezuelano ha dichiarato di non riconoscere i nuovi poteri dell’Assemblea costituente e hanno condannato questa mossa l’Organizzazione degli Stati americani (OAS), il Mercosur (l’unione del mercato comune dell’America latina) che ha sospeso il Venezuela, e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. I sostenitori del governo negano che lo scopo sia usurpare il Parlamento e accusano invece quest’ultimo di aver violato la legge. «L’Assemblea costituente non ha eliminato l’Assemblea nazionale, semplicemente ha assunto le funzioni di coloro che hanno agito ai margini della legge» ha scritto su Twitter Diosdado Cabello, un assistente di Maduro.

NUOVA COSTITUENTE. L’Assemblea costituente, composta da 545 membri tra cui la moglie e il figlio di Maduro, si è insediata il 4 agosto con l’incarico di riscrivere la nuova Costituzione, che molto probabilmente darà maggiori poteri al presidente e al suo partito, il Partito Socialista Unito del Venezuela.
Nel frattempo l’ex procuratrice generale Luisa Ortega Dìaz, un tempo sostenitrice del presidente e ora una delle voci più critiche verso il governo, ha chiesto asilo politico in Colombia dopo essere stata licenziata a inizio agosto. Dice di temere per la sua vita e la scorsa settimana, durante una videoconferenza, ha accusato Maduro di corruzione e di coinvolgimento nello scandalo Odebrecht, la multinazionale brasiliana attiva nei settori delle costruzioni e dell’ingegneria civile che ha ammesso di aver pagato tangenti per vincere contratti in dodici paesi (ma dalle indagini non è emerso nessun nome venezuelano).

SCONTRI E MORTI. Oltre a Ortega, più di 5 mila oppositori sono stati incarcerati, circa 1.400 rimangono sotto custodia e molti altri sono costretti a nascondersi. Da aprile sono morte durante le violente proteste più di 120 persone. A inizio luglio il Mud, la coalizione delle opposizioni, aveva organizzato un referendum simbolico in cui il 98 per cento dei votanti aveva bocciato il piano di istituzione della nuova assemblea. A fine luglio nei distretti municipali si sono svolte le elezioni, volute dal presidente Maduro, per eleggere una parte dei membri e le opposizioni avevano chiesto di boicottare il voto. Non è chiaro quanta gente abbia partecipato alle elezioni: secondo la commissione elettorale l’affluenza è stata del 41,5 per cento, mentre l’opposizione parla del 12 per cento. Anche in quel caso comunque la tensione era altissima e negli scontri sono morte dieci persone.

Foto Ansa

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