Il “Trump della Colombia” è tutto fuorché di destra

Al ballottaggio del 19 giugno Rodolfo Hernandez sfida il candidato di sinistra Gustavo Petro. Il primo è stato paragonato a The Donald perché anti-establishment, ma è favore di aborto, nozze gay e liberalizzazione delle droghe

Il candidato alle elezioni presidenziali in Colombia, Rodolfo Hernandez

Domenica 29 maggio la Colombia ha scelto al primo turno due candidati populisti con ideologie profondamente antagoniste, che si contenderanno la presidenza del paese al secondo turno, il prossimo 19 giugno. Da un lato il 62enne ex guerrigliero di sinistra ed ex sindaco di Bogotá, Gustavo Petro, che ha ottenuto il 40,34% dei voti, pari a oltre 8,5 milioni di preferenze. Dall’altro il 77enne milionario ed ex sindaco di Bucaramanga Rodolfo Hernández, che ha ottenuto il 28,17% dei suffragi e che è stato immediatamente soprannominato dai media il “Trump della Colombia”.

Ballottaggio in bilico

A guardare i risultati del primo turno Petro sembrerebbe il favorito per il ballottaggio, con un vantaggio di oltre 12 punti percentuali ma è solo un’apparenza, come ha dimostrato la profonda delusione per il risultato di domenica scorsa dei kirchneristi. La vicepresidente argentina, Cristina Kirchner, alleata del candidato del Pacto Histórico (la coalizione di sinistra che ha riunito una trentina di sigle, compresa l’ex guerriglia delle Farc) sa bene infatti che il problema di Petro è convincere quel 60% di colombiani che, a detta dei sondaggi, predilige il centro e si dice «non di sinistra», temendo di «finire come il Venezuela».

Una tendenza che appare chiara dall’ultima rilevazione demoscopica della Gad3 preparata per RCN Television e secondo la quale se si votasse oggi l’ex sindaco di Bucaramanga otterrebbe il 52,2% delle preferenze contro il 44,8% di Petro, un vantaggio di 8 punti percentuali. Un margine spiegato in parte dal rifiuto di votare a sinistra della maggioranza dei colombiani, ma anche dal fatto che al secondo turno gli elettori di Federico “Fico” Gutierrez, il candidato dell’uribismo arrivato terzo domenica scorsa con il 23% dei suffragi, voteranno quasi tutti «contro Petro».

Il “Trump della Colombia”

In realtà, anche se i media lo hanno ribattezzato il “Trump della Colombia”, Rodolfo, come lo chiamano tutti a cominciare dal campione di ciclismo Nairo Quintana che lo appoggia, non è per nulla simile a The Donald nei contenuti. Hernández, come ha scritto ieri sera in un thread su Twitter, è infatti a favore del diritto all’aborto, sostiene l’uguaglianza del matrimonio gay, si oppone al fracking, la controversa tecnica della fratturazione idraulica per estrarre gas naturale e petrolio dalle rocce di scisto, appoggia gli investimenti nelle energie rinnovabili, vuole legalizzare le droghe e ha promesso di aumentare la spesa pubblica per ridurre la povertà.

Nella sua campagna elettorale, Hernández ha denunciato l’intera classe politica colombiana e, se diventerà presidente, ha giurato di combattere la corruzione e tutte le ideologie, sia dell’estrema sinistra che dell’estrema destra. Proprio questa piattaforma anticorruzione sta facendo crescere la sua popolarità ma l’aspetto più importante per il movimento politico di Hernández è che è anti-establishment, non che sia di destra. In tal senso, più che per i contenuti delle sue proposte, è abbastanza simile a Trump.

La lotta alla narcoguerriglia

Dal canto suo, Petro promette un cambiamento del modello produttivo e del regime fiscale (più tasse ai ricchi), maggiori investimenti sociali, la ristrutturazione della polizia, il rispetto dell’Accordo di pace con le Farc e il ripristino delle relazioni con il Venezuela. Inoltre, moderando molto il suo storico discorso chavista, ha giurato che se eletto rispetterà gli obblighi nei confronti del Fondo monetario internazionale, non farà espropri di nessun tipo e rivedrà la guerra contro il narcotraffico, sinora condotta da Bogotá in perfetta armonia con Washington.

Inoltre è favorevole a negoziare la pace con la narcoguerriglia marxista dell’Ejército de Liberación Nacional, l’Eln, come del resto lo è Rodolfo. Da sottolineare che Hernández ha ottenuto la maggioranza dei voti nei dipartimenti di Arauca e Catatumbo, situati lungo il confine venezuelano in cui l’Eln è molto forte. Gli elettori della regione del Pacifico, Cauca e Valle del Cauca, altre due zone ad alta concentrazione narcos, hanno invece votato di più per Petro. Entrambi hanno detto che, se eletti, porteranno avanti l’accordo di pace con le Farc del 2016, estendendolo anche all’Eln.

@pmanzo70

Foto Ansa

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