Il pittore siciliano Tommaso Chiappa porta il suo monocromo alla corte di Roma

S'intitola Roads la mostra, curata dalla nostra collaboratrice Mariapia Bruno, che apre i battenti domani alla Caffetteria del Chiostro del Bramante. Protagoniste le tele passionali e istintive del giovane artista siciliano

«È sempre dal nostro nido che dobbiamo partire, il trampolino da cui spiccare il volo, un posto fisico e mentale, che può avere una o più porte, una o più finestre, che può essere un muro di cinta o un’intera città, un paesaggio urbano o bucolico, un luogo che non lascia mai da parte la natura, ma la ingloba e la rende protagonista, come un polmone che si mimetizza all’interno di un corpo a cui concede il respiro e che non potrà mai scomparire dal posto in cui è nato». Sono queste le parole con cui la collaboratrice di Tempi.it, Mariapia Bruno, introduce la mostra Roads, di cui è curatrice, che sarà inaugurata domani alle 17 presso la Caffetteria del Chiostro del Bramante di Roma. Protagonista della retrospettiva, che rimarrà aperta fino al prossimo 17 marzo, il pittore siciliano Tommaso Chiappa, che per la prima volta espone nella città di Roma, portando nella capitale i grandi alberi e i paesaggi urbani e naturali caratterizzati da un sapiente uso del monocromo.

ALBERI. Verdi, blu, neri, rossi, ecco i colori dominanti delle opere dell’artista.  Che delle sue opere dice: «Vado in giro per le città da nord a sud e tutte le opere vengono, di volta in volta, schizzate da me in persona. Ci sono tele legate all’universo siciliano e altre che nascono dall’osservazione di altri mondi. La mia è una pittura passionale, violenta, veloce e istintiva, ma allo stesso tempo molto lavorata e dettagliata. Si avvicina molto alla fotografia, ma quella che rappresento non è una realtà fotografica, bensì una realtà che cerco di fissare attraverso l’uso dei monocromi che vengono interrotti solo da brevi tocchi di colore, come il rosso, con cui sottolineo un aspetto che mi interessa, una persona o qualsiasi altro dettaglio».

MEMORIA. Tassello importante del mosaico creativo dell’artista è l’importanza della memoria che genera il ricordo: «Partendo dalla memoria di un istante, di un oggetto, di un luogo – spiega Mariapia Bruno – l’artista studia l’ancestrale significato di piacere estetico e di benessere, facendo leva sull’eterna battaglia tra vecchio e nuovo, tradizione e innovazione». Così, mentre ognuno di noi intraprende il proprio viaggio, prendono vita gli “incontri”. «Si tratta – continua la curatrice – di scambi umani più o meno inaspettati. Molti di essi ci trapassano senza lasciare alcuna traccia, altri diventano parte di ciò che siamo, trasformandoci inevitabilmente e irrimediabilmente».

DOMANDE. Una serie di domande, infine, sono quelle che Roads suggerisce a chiunque si avvicini all’idea della vita come viaggio: «Torneremo a casa o andremo altrove? (…) Proseguiremo da soli, osservati soltanto dalle foglie e dai rami degli immensi alberi che delimitano i sentieri, o in compagnia delle varie persone che abbiamo incontrato? Esploreremo nuovamente dimensioni che una volta ci siamo lasciati alle spalle o scopriremo posti nuovi, metafisici e al di fuori della realtà? Avremo voglia di tenere nascosti i luoghi e i sentieri che solo noi conosciamo o li vorremo condividere con le persone che amiamo?». Domande a cui soltanto noi soltanto, nell’intimità delle nostre esperienze, possiamo dare risposta.

 

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