Il mistero del cervello al Meeting

"What's in our brain? La meraviglia del cervello umano" è il titolo dell’arena allestita in esclusiva alla quarantesima edizione del Meeting di Rimini dal 18 al 24 agosto nel padiglione D3 della Fiera

“What’s in our brain? La meraviglia del cervello umano” è il titolo dell’arena allestita in esclusiva alla quarantesima edizione del Meeting di Rimini dal 18 al 24 agosto nel padiglione D3 della Fiera. L’esposizione e gli incontri che avverranno nell’arena sono curati da Camplus e da Associazione Euresis. Camplus è il primo provider di housing per studenti universitari in Italia: oggi gestisce circa 7 mila posti letto in tutto il Paese ed è presente in 12 città italiane oltre che in Spagna, con una struttura a Pamplona; Euresis è una associazione no profit che si occupa  della promozione e dello sviluppo della cultura e del lavoro scientifico.

È ormai il quinto anno consecutivo di collaborazione tra le due realtà. Ogni anno, scienziati, filosofi, teologi e imprenditori animano le arene che trattano argomenti scientifici e tecnologici con le loro esperienze e con le loro idee, spesso pionieristiche. Proprio per questo Camplus propone ai propri studenti la possibilità di partecipare attivamente all’ideazione delle mostre: si tratta infatti di occasioni di prim’ordine per conoscere da vicino personalità di spicco nei loro ambiti di studio, instaurando un filo diretto con il mondo accademico e professionale ad altissimo livello.

Alcuni di loro, grazie agli spazi espositivi del Meeting, hanno potuto realizzare progetti iniziati tra le mura di Camplus College. È stato questo il caso di Michele Paravano, studente del Camplus Lingotto, giunto al secondo anno di Ingegneria biomedica presso il Politecnico di Torino. Il suo exhibit mostra le basi del rilevamento dei segnali elettrici del cervello: una pista di macchinine sono comandate attraverso un caschetto in grado di captare il segnale cerebrale del lobo frontale. I visitatori possono così sperimentare il potere della loro mente: più sono concentrati, più la macchinina aumenta in velocità!

Exhibit, filmati, dibattiti interdisciplinari e neuroscienziati di fama internazionale come Marco Bersanelli, Ordinario di Astronomia e Astrofisica all’Università di Milano, Egidio d’Angelo, membro della Direzione Scientifica dello Human Brain Project, Vittorio Gallese, Neurologo presso l’Università di Parma, Matilde Leonardi, Direttore del Disabilità e Coma Research Centre presso l’istituto BESTA di Milano, Alessandro Farini, Responsabile del Visual Optics Lab del CNR a Firenze, saranno i personaggi che i visitatori potranno incontrare all’interno dello spazio Arena Brain D3, luogo di approfondimento libero con testimoni ed esponenti del mondo che ruota attorno alle neuroscienze.

«Ogni anno studiosi, scienziati e ricercatori portano avanti analisi e studi sul cervello cercando di rispondere ai numerosi misteri che ancora oggi circondano questo organo meraviglioso –  commenta Maurizio Carvelli, Ceo e Founder di Camplus – Camplus oggi raccoglie la sfida di affrontare tale argomento incontrando “il popolo del Meeting”, invitando neuroscienziati ed esperti per farci aiutare nell’esplorazione di questi territori. In sintesi, il nostro è stato lo sforzo per creare una narrazione in grado di trasmettere passione e spirito scientifico ai nostri visitatori, coinvolgendoli in un percorso da cui non si può non uscire con domande ancora più profonde sulla natura del nostro cervello. Il tema del Meeting di quest’anno “Nacque il tuo nome da ciò che fissavi” ci sembra, fra l’altro, in linea con i contenuti della mostra».

Obiettivo dell’iniziativa non è solo quello di fornire risposte pre-confezionate ai visitatori, ma soprattutto stimolare domande cui l’uomo non ha dato ancora risposta ma che si rivelano sempre più profonde e urgenti. Conoscere nel dettaglio il substrato materiale delle nostre sensazioni e dei nostri pensieri modifica in qualche modo la concezione che abbiamo di noi stessi? Il fatto che non ci sia un solo pensiero o moto dell’anima che non sia legato ad una attività cerebrale, e quindi al nostro corpo, restringe lo spazio del nostro io? Coscienza e libertà sono riducibili a neuroni e sinapsi? Che cosa trasforma il segnale che arriva al cervello, processato da una finissima attivazione di miliardi di sinapsi e circuiti cerebrali, nell’esperienza soggettiva?

Sono solo alcuni degli interrogativi che verranno condivisi da neurologi, scienziati e filosofi con chi vorrà visitare la mostra, evitando spiegazioni affrettate e con la consapevolezza che la peculiarità dell’esperienza umana ha in sé qualcosa di non riducibile al substrato biologico che la permette.

Parte integrante di “What’s in our brain” saranno i cicli di incontri organizzati da Camplus ed Euresis. Sono previsti due workshop giornalieri, che vedranno l’alternarsi di scienziati ed esperti. In questo senso il percorso della mostra si arricchirà di un’esperienza innovativa e interattiva volta a rendere più personale quanto già fruibile all’interno dello spazio dedicato. Quest’ultimo si presenterà suddiviso in tre aree orientate all’esperienza della percezione della realtà tramite i sensi, alla descrizione anatomica e fisiologica del cervello, alla modellizzazione dei circuiti neuronali e allo stato attuale delle nostre capacità di registrare l’attività cerebrale.

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