Il caso Atac: il 23 per cento dei dipendenti sono scrutatori ai seggi, mezzi pubblici ridotti

Ieri alle europee ben 1280 autisti della municipalizzata hanno lavorato come scrutatori, ma il risultato è che l'azienda ha dovuto tagliare in media il 30 per cento delle corse. Fino a mercoledì riduzione dei servizi tra il 20 e il 10 per cento

Al di là dei risultati dei vari partiti, è certo che a Roma questa tornata elettorale ha rappresentanto un’occasione di raggranellare qualcosa in più per molti lavoratori magari in difficoltà economica, ma ha anche rappresentato un nuovo caso per l’Atac. Ben 1280 autisti dell’azienda di trasporto pubblico infatti hanno usufruito della facoltà di astenersi dal turno di lavoro per fare gli scrutatori o i rappresentanti di lista: si è trattato del 23 per cento del personale Atac.

CORSE RIDOTTE. I dipendenti della municipalizzata hanno in effetti usufruito di una possibilità e di un diritto dei cittadini italiani, tuttavia un’adesione così intensa – quasi un autista su quattro – ha ottenuto come risultato un disservizio dato che le corse sono state ridotte ieri in media del 30 per cento, con picchi del 40 per cento intorno alle 19 di ieri. La situazione sarebbe leggermente rientrata oggi, sebbene resta un 20 per cento di corse in meno e mercoledì un 10 per cento (la legge prevede il diritto al recupero dei giorni di riposo non goduti). In passato era già accaduto che i dipendenti avessero ottenuto l’iscrizione alle liste degli scrutatori o dei presidienti di seggio, ma per una percentuale bassissima, che quest’anno ha registrato un +30 per cento rispetto ai numeri delle ultime elezioni comunali. L’azienda che dovrebbe sopportare il costo del diritto di astensione ma anche quello del tamponamento delle assenze, quest’anno ha cercato di tutelarsi dal punto di vista economico, revocando ferie e imponendo i doppi turni per evitare i ritardi. Ma non è bastato.

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