Il carrozzone Gesip collassa. A Palermo rischiano 1.800 lavoratori

La partecipata comunale ha assunto per anni senza avere risorse. Lombardo promette finanziamenti per 10 milioni di euro, ma la Protezione civile nicchia.

Sono 1.800 i lavoratori a rischio. La loro protesta ha fatto scattare l’emergenza a Palermo e sta mettendo in luce tutto il dramma di amministrazioni (comunali e regionali) che hanno usato il clientelismo a fini elettorali sulla pelle dei precari. È la storia di Gesip, che in queste ore continua ad infiammare il capoluogo siciliano: si tratta di un’azienda partecipata dal Comune, che si occupa della gestione dei servizi in città, dalla manutenzione dei cimiteri alla pulizia degli uffici, passando per gli scuolabus. Negli anni ha fagocitato gli assunti per promesse elettorali: ogni tornata un’infornata di lavoratori socialmente utili, co.co.pro, precari in tutte le salse, fino a diventare un carrozzone immenso di personale (appunto 1.800 i contratti ora a rischio di mancato rinnovo), impossibile però da gestire economicamente.

Gesit è in crisi da mesi, almeno da dicembre dello scorso anno, ma di volta in volta, la Regione siciliana e il comune fin qui sono riusciti a rimandare il problema. L’ultima volta è accaduto ad inizio di aprile, quando, dopo uno sciopero andato avanti per giorni, il governatore Raffaele Lombardo ha promesso che il Governo avrebbe stanziato 10 milioni di euro, dai fondi Cipe, che sarebbero serviti a far tirare avanti l’azienda, anche se solo per altri due mesi. Gesit è nata nel 2001 con lo scopo di favorire l’occupazione: tecnicamente Leoluca Orlando non era più sindaco, malgrado il principale rappresentante delle cooperative di disoccupati assorbite in Gesip lo indichi come il “Padre” di questa operazione. Ora Orlando cerca di scaricare il barile, sul suo successore Diego Cammarata; sta di fatto che le responsabilità politiche di quello che sta succedendo, tra sindaci e presidenti di Regione, sono antiche. Il risultato deve gestirselo l’attuale Commissario del Comune di Palermo, Luisa Latella. Che ora, dopo le promesse di Raffaele Lombardo, si è trovata la realtà di una porta chiusa in faccia dalla Protezione civile, che non stanzierà i famosi 10 milioni di euro, in mancanza di un progetto serio per Gesip.

La società da qualche settimana è stata commissariata e i 1.800 lavoratori sono stati messi in ferie forzate. Dal momento che ormai su quel “posto fisso” (in realtà i contratti sono sempre rimasti precari, ma prorogati di scadenza in scadenza) ci vivono intere famiglie monoreddito, è serio il rischio di una rivolta di piazza. Al termine di un vertice che si è tenuto oggi in Regione, tra Lombardo, Latella e Gabrielli, il commissario di Palermo Latella ha spiegato che giovedì ci sarà un incontro a Roma per risolvere la situazione. Il problema resta del tutto inalterato. Significativa l’iniziativa di un gruppo di disoccupati, guidati da tre esponenti del Pd, che su facebook hanno lanciato un gruppo: «La vera emergenza di Palermo non è il carrozzone Gesip – dicono – ma i giovani precari. I 10 milioni di euro del governo vengano stanziati per le iniziative imprenditoriali dei giovani allora». Una bella idea: ma solo un’altra nella rincorsa all’emergenza, nell’isola dove la pianificazione politica non c’è più da tempo.

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