I referendum anti-Obama che il presidente può ancora annullare

La scelta contro la riforma sanitaria di Alabama, Wyoming, Montana, Missouri. Ma per questi Stati ogni sforzo contro l'obbligo assicurativo potrebbe comunque rivelarsi vano

Sono quattro su cinque gli Stati che hanno cercato di opporsi alla riforma sanitaria di Barack Obama, la quale obbliga tutti i cittadini americani a stipulare una polizza assicurativa, anche nel caso non la vogliano. Così, il 6 novembre scorso, l’Alabama, la Florida, il Wyoming, il Montana e il Missouri, seguendo gli altri 24 Stati che hanno denunciato il governo di lesione della libertà individuale e di quella religiosa (la riforma costringe anche gli enti religiosi a pagare assicurazioni inclusive di aborto e contraccezione), hanno avanzato proposte in questo senso.

PIU’ DI MEZZA AMERICA. Fra questi la Florida è stato l’unico territorio a respingere, con il 52 per cento dei voti, il quesito che richiedeva di opporsi all’obbligo federale di assicurarsi apponendo un emendamento alla costituzione statale. Il Missouri, invece, ha approvato la richiesta con il 63 per cento dei voti. Insieme all’Alabama che, con il 58 per cento dei sì, ha espresso la volontà di opporsi all’obbligo per ogni Stato di costituire entro il 16 novembre un sistema assicurativo controllato dal governo. In Montana un emendamento simile è passato con il 64,6 per cento dei voti contro il 35, mentre in Wyoming il 76 per cento ha votato affinché «nessuna legge, regolamento o decisione amministrativa federale o statale, obbligherà direttamente o indirettamente, alcuna persona, datore di lavoro o erogatore di servizi sanitari a partecipare ad un sistema sanitario». Ma questi territori non sono soli. Già prima delle elezioni l’Arizona e l’Oklahoma avevano modificato le proprie Costituzioni contro l’imposizione contenuta nella riforma presidenziale.

IL “CATTOLICO” DISOBBEDIENTE. Ma per questi Stati ogni sforzo contro l’obbligo assicurativo potrebbe comunque rivelarsi vano e restare simbolico se venisse applicata la norma, sempre inclusa nella riforma, che dà al governo federale il potere di istituire di propria iniziativa, qualora lo Stato non ne abbia creato nessuno entro il 2014, un mercato assicurativo sottoposto a controlli da parte del ministero della Salute al quale potranno accedere solamente polizze sanitarie certificate dall’autorità statale. Una possibilità questa rinforzata dal pronunciamento della Corte Suprema del 28 giugno scorso: grazie al voto inaspettato di un cattolico, John Roberts, che ha votato a favore della legge, nonostante la Chiesa stia combattendo da gennaio una battaglia proprio contro la lesione dell’obiezione di coscienza, 5 giudici contro 4 hanno difeso la riforma sanitaria di Obama dal ricorso dei 28 Stati.

@frigeriobenedet

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