Dal vaffa al vaffa

Come Craxi aveva profetizzato per i pm d'assalto di Mani Pulite («finiranno per arrestarsi fra loro»), così potremmo dire dei grillini: «Finiranno per sfancularsi tra loro». Ecco, appunto.

Oggi Marco Travaglio scrive sul Fatto che Beppe Grillo è pazzo, che è un «padre padrone» e che va «lasciato solo». Quindi, Travaglio – dopo 12 anni in cui ha retto il moccolo al capocomico, sostenuto tutte le sue battaglie, propagandato le sue idee lunari – si accorge che Grillo «è in piena sindrome Ceausescu». Si accorge ora che gli scorpioni in bottiglia sono capaci solo di una cosa: pungersi fra loro.

Alla buon’ora, Marco, ma Grillo non è pazzo, è, semplicemente, Grillo, lo stesso che hai sostenuto per 12 anni con il tuo giornale.

Grillo contro Conte

Vediamo di non farla troppo lunga sulla tragicommedia grillina. Oggi basterebbe riportare la battuta della Jena Barenghi:

«I cinquestelle a un passo dalla scissione, ecco la prova che sono di sinistra».

E poi aggiungere che un partito nato su un “vaffa” generico (ai politici corrotti, agli imprenditori marrani, a tutti) non poteva che finire con un “vaffa” personalizzato. Come Craxi aveva profetizzato per i pm d’assalto di Mani Pulite («finiranno per arrestarsi fra loro»), così potremmo dire dei grillini: «Finiranno per sfancularsi tra loro». Ecco, appunto.

Il finale, dunque, non è a sorpresa, ma inscritto nella stessa natura del M5s, un agglomerato di pressapochismo e risentimento con il nulla intorno. E se non c’è niente o solo il vapore acqueo della “democrazia diretta”, dell'”uno vale uno” etc etc, per cosa vale la pena di combattere? Semplice: per il potere.

Una lotta di potere

Lo dice oggi il sociologo (molto grillino) Domenico De Masi al Riformista:

«Ripuliamo il tutto da romanticismi e idealità. Tra loro sta accadendo qualcosa di inevitabile: una lotta di potere».

«Un peccato originale, intende? Sì, questo: il Movimento è un tavolo che si tiene – teneva – in equilibrio su cinque gambe: quella radicale che fa capo a Grillo; quella governista (Di Maio, Fico e Patuanelli); digitale (Casaleggio e Rousseau), movimentata (Di Battista), carismatica, cioè i due fondatori, Grillo e Casaleggio padre. Conte ha fatto fuori i movimentisti, i digitali, la radicalità, ora anche il carisma dei fondatori. Aveva salvato solo la gamba governista. Cioè una copia sbiadita del Pd. Lo capiva anche un bambino che non poteva funzionare».

Ma lo stesso bambino poteva capire che non funzionava già da quel lontano ottobre 2009. Solo che per 12 anni siamo andati avanti a raccontarci un sacco di fregnacce, a nobilitare il messaggio dei visionari Grillo e Casaleggio, a illustrare la visione politologica avveniristica del Movimento 5 Stelle, il “partito-non-partito” capace di incanalare in ricette politiche la rabbia degli italiani.

Ecco: non era una visione politologica, era un vaffanculo. Ora se lo dicono anche fra di loro.

Foto Ansa

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