Sul Grande Fratello almeno non fateci fare la morale dalla patatina

Il caso di Marco Bellavia, fragile concorrente bullizzato durante il reality Mediaset, e il ditino alzato di certi sponsor che criticano chi crea disagio psicologico solo quando conviene al marketing

Alfonso Signorini, nel riquadro a destra, sgrida in diretta televisiva i concorrenti del “Grande Fratello Vip” per il loro comportamento con Marco Bellavia

Adesso sì che il reality è reale: è questa la strategia comunicativa del Grande Fratello Vip dopo il fattaccio che ha coinvolto Marco Bellavia. Afflitto da ferite di natura psicologica e schiacciato dal bullismo dei vip spiati h24, si è ritirato suscitando un polverone. Alla luce della gogna mediatica è stata necessaria una predica al napalm di Alfonso Signorini in prima serata. Occhi dritti alla telecamera, voce pacata e sconti a nessuno: «La colpa è anche nostra che non abbiamo saputo vedere la sua sofferenza». Ha poi redarguito i concorrenti allineati sul divano, tutti truccatissimi eppure con una brutta cera in viso. A chi ha provato a offrire una giustificazione al proprio comportamento poco empatico o indifferente verso l’anello fragile del gruppo, sempre Signorini ha replicato con un ripetuto: «Cazzate». Come a dire: non c’è margine di manovra, qui il nostra culpa deve essere d’acciaio.

Grande Fratello, il nostra culpa di Signorini

Sonia Bruganelli ha portato acqua al mulino del battersi forte il petto argomentando che proprio questo caso vergognoso dimostra che il Grande Fratello non è finto e scritto a tavolino, ma reale e capace di mostrare qualcosa che è vero per tutti, quando si tratta di aiutare un conoscente che soffre di depressione o altre patologie mentali: siamo capaci di essere stronzi. E metterci la parolaccia per avvalorare il livello di contrizione direi che funziona sempre.

Quest’abbozzo di cronaca di un episodio televisivo, da cui evidentemente non dipende la nostra sopravvivenza, ha lo scopo di inquadrare una piccola cosa curiosa. Non credo che questa lavata di capo corale e mediatica, questo plateale cospargersi la testa di cenere sia del tutto avulso dal fatto che alcuni sponsor hanno deciso di prendere le distanze dal programma. Sicuramente sono un’anima brutta e cinica, ma mi ha attraversato la testa il pensiero che la presenza di uno sponsor arrabbiato dietro le quinte abbia avuto il potere di rendere il nostra culpa mediatico più retoricamente marcato, eroico nel mostrare il marcio senza alcun velo di pavidità.

Da Rocco Siffredi a Marco Bellavia

Ed è qui che ho avuto un flash. Perché uno degli sponsor in questione è Amica Chips. Il comunicato che bacchetta la produzione del GFVip recita: «Amica Chips è da sempre sinonimo di amicizia, condivisione, integrazione. Il nostro intento è sempre stato quello di unire e non dividere, rallegrare ed alleggerire i momenti, non appesantirli. Ci dissociamo ovviamente da ciò che accade dentro la casa del Gf Vip, ci dissociamo dalle persone che permettono tali comportamenti e che li assecondano».

Leggendo queste parole, improvvisamente, ha fatto capolino nella mia mente il ricordo di quando tutti questi valori di amicizia e allegria avevano il volto di Rocco Siffredi, scelto da Amica Chips per una campagna pubblicitaria che tutti ricordiamo per la genialità degli slogan. «Sta sempre dritto, il pacchetto», «Assaggiatore di patatine».

Non è più tempo di spensieratezza disinibita. Oggi Amica Chips ha alzato la voce e il ditino per bacchettare questa orrenda TV che manda in onda il bullismo nei confronti di un’anima fragile. Chissà se è previsto un piano di rieducazione sul fare squadra che sostituisca il reality con l’opera omnia di Rocco.

Pornografia sì, bullismo no

Fuor di metafora. Niente di clamoroso sotto il sole, ci mancherebbe. Le priorità e drammaticità del quotidiano sono altre. Ma è un affresco che mi appunto tra le note a fondo pagina dell’attualità. Siamo il tempo in cui vanno in onda in prima serata monologhi sul valore dell’empatia, sulla condanna dell’isolamento del debole e sono, diciamo, favoriti dal vocione indignato di un’azienda che ha scelto di promuovere il valore della condivisione a suon di doppi sensi sulla patatina.

Che come trovata pubblicitaria fu da applausi. E nessuno si aspetta che la pubblicità sia un regno confinante con il rigore morale. Rocco e le sue battute erano simpaticissimi. Tirando le somme ad Amica Chips va bene essere associata alla pornografia, ma non al bullismo che sopraffa il debole. A livello d’immagine e strategie commerciali avrà senz’altro un senso. Ma visto che ora Amica Chips mi ha portato a essere nient’affatto propensa a battutine sul “pacchetto che sta dritto”, ora che provo empatia per il suo umore sdegnato e il ditino alzato… allora un “nota bene” me lo concedo.

Contro chi crea disagio psicologico, ma non sempre

Se il noto marchio di patatine si dissocia da quanto subìto davanti alle telecamere da una persona affetta da disagio psicologico, andasse pure a informarsi su quanto il porno incide a livello di aumento della depressione, disagio mentale e stimolo ad abusi e violenze. Non c’è pozzo di isolamento e alienazione più fondo di quello che solo superficialmente ha la faccia sorridente di Rocco.

Dunque, delle due una. O teniamo chiusi tutti e due gli occhi e facciamo quelli allegramente e fieramente amorali e degustatori di ogni genere di patatine, o li apriamo entrambi e smettiamo di usare la posa morale solo quando è la strategia di marketing giusta per il grande pubblico.

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