Fumetto – Reggio Emilia ed ARF: due ottimi momenti di cultura fumettistica

Il weekend appena concluso ha confermato quanto spazio ha il fumetto in Italia: solo tra sabato e domenica ci sono state ben sette fiere dedicate, tra venditori, autori, editori, cosplayers, cinefili, videogamers, youtubers e quant’altro. Una massa ipertrofica che però non aiuta il fumetto a imporsi, anzi. Il rischio è quello di usarlo per mascherare sagre da strapaese, senza aumentare il pubblico e frammentandolo ancor di più. Ma chiaramente ci sono le eccezioni e in questi due giorni ho avuto la fortuna sia di visitare la mostra mercato di Reggio Emilia, organizzata dall’ANAFI, giunta ben alla 54esima edizione, che ARF, la prima edizione di un modello di festival che mette al centro il fumetto e l’autore. Andiamo ad analizzarli.

La prima manifestazione è storica e poggia la sua forza, da un lato sull’associazione nazionale degli amici del fumetto e dell’illustrazione, che ha una sua precisa identità sociale con la missione di diffondere e approfondire la storia e la cultura del fumetto, italiano e internazionale. Meritorie sono le sue operazioni critiche e filologiche con pubblicazioni di livello, la rivista trimestrale “Fumetto” e altro ancora. A Reggio Emilia, in maggio e in dicembre organizza una fiera in cui far incontrare lettori e antiquari, un modo per scavare e toccare con mano quei sogni di carta che tanto amiamo. Inoltre, avviene una premiazione che onora svariati grandi artisti con le sue categorie. Purtroppo non ho potuto fare a meno di notare che, al momento dei premi, un’abbondante metà della sala era occupata dal folto pubblico per il premio Papersera, giunto al decimo anno e che ha visto premiare la bravissima Silvia Ziche (volume con copertina del giovane e bravo Emmanuele Baccinelli). Senza questa presenza, il tutto sarebbe stato un  po’ vuoto e con un’età media elevata.

All’ARF invece, guidato da autori e critici impegnati nel settore come Luca Raffaelli e Mauro Uzzeo, si è deciso di realizzare un programma di tre giorni ricco di incontri, mostre ed espositori. Il trait d’union è uno soltanto: il fumetto e la voglia di raccontare come funziona questo mondo. Si raggiunge una sintesi perfetta, asciugando di tutto il superfluo e concentrandosi sulla nona arte, lavorando in modo da far incontrare lettori e autori uno a fianco all’altro. E in effetti l’atmosfera di festa e di incontri alla mano era ben presente: giravano Roberto Recchioni, Giacomo Bevilacqua, Gipi, Francesco Artibani, Zerocalcare e tanti altri, tutti disponibili a rispondere a domande e a anche solo a fare due semplici chiacchiere. Concetti che, se si pensa a Lucca Comics, sono difficili da replicare. Certo, alcuni difetti erano ben presenti (un po’ di autoreferenzialità romana e pochi espositori), ma trattandosi di una prima edizione sono giustamente inevitabili. La bella aria che si respirava era invece davvero unica, e gli incontri organizzati di alto livello.

Insomma, ci sono buone premesse per vedere una manifestazione serie ed interessante, capace di dire e fare cose nuove. E sarebbe bello se questa forza venisse usata anche per il settore che l’ANAFI cura di più, ovvero la critica fumettistica: è una mia opinione personale, ma credo che vedere insieme le due manifestazioni sarebbe davvero un successo. Da un lato si avrebbe un pubblico di appassionati molto più etorogeneo – giovani e meno giovani insieme – e dall’altro sarebbe un modo per mostrare passato, presente e futuro del fumetto tutto insieme. Una suggestione, che potrebbe portare frutti interessanti. D’altronde, Sergio Bonelli spesso diceva che Tex non ha lettori di ricambio: quando ne muore uno, non c’è un sostituto. Forse così si potrebbe ovviare al problema.

@Badenji

 

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