Fumetto – La rivoluzione della Sergio Bonelli Editore

A partire dalla scomparsa del grande Sergio Bonelli (il 26 settembre 2011) quasi quattro anni fa, la casa editrice che porta il suo nome ha compiuto una serie di scelte che hanno profondamente rivisto la sua filosofia editoriale. L’editore di Tex è un gigante del fumetto, italiano e non. Le testate leader – lo storico cowboy fin dal 1948 e l’indagatore dell’incubo Dylan Dog – sono corazzate da almeno 120’000 copie al mese a testa (qui i dati, fermi a Giugno 2014, grazie a Fumettologica), e attorno a loro c’è un ventaglio di almeno otto serie regolari (tra cui Julia e Le Storie), più  svariate miniserie ed uscite speciali. Si tratta di numeri molto importanti, sia a livello nazionale che a livello europeo: se ci si confronta con il mercato americano, da molte testate ma da basse tirature, è difficile raggiungere cifre simili. Ma è innegabile che il fumetto abbia perso lettori negli ultimi anni di crisi, subendo un ridimensionamento consistente, anche fino al 50%, toccando tutti gli ambiti, da Topolino a Bonelli appunto.

La casa editrice di via Buonarroti ha reagito compiendo scelte di rottura o, quanto meno, diverse da quele tradizionaliste compiute fino al 2011. In primis è stata realizzata una serie costruita su più stagioni annuali, per la prima volta completamente a colori, con un team di autori giovani capitanati da Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari: Orfani. L’idea era quella di conquistare un pubblico lontano dal fumetto, ovvero quello dei giovani adolescenti e dei ragazzi a partire dai dieci anni, più vicini al settore dei videgiochi. E la serie prende infatti spunto da un universo militaresco e battagliero come quello di Halo, con spruzzate di accusa sociale e lettura politica. La serie, la cui seconda stagione è quasi giunta a conclusione, continuerà per altri 24 numeri, evidentemente spinti da buoni numeri, capaci, se non di aumentare, almeno di contenere l’emorragia di lettori.

Poi c’è stato il lavoro di rinnovamento su Dylan Dog, guidato dal nuovo curatore di testata, ovvero il sempre presente Roberto Recchioni. Qui la partita era ed è più complessa, rinnovare nel solco della tradizione impostata dal creatore Tiziano Sclavi. Per ora il bilancio è un forte chiaroscuro, contraddistinto da ottimi numeri e da altri assolutamente trascurabili, il tutto purtroppo condito da accese discussioni su forum e social, in cui anche la casa editrice non si è contraddistinta per capacità di controllo e savoir – faire.

Ciò che però è più interessante sta invece nelle nuove modalità di distribuzione e di presenza della casa editrice, e di scelta di nuovi mercati, innovazioni portate avanti da Davide, figlio di Sergio Bonelli. Innazitutto, la SBE entra nel settore librario, curando in prima persona nuove edizioni di storie celebri (a partire da tex e da Mister No), pur restando in essere fino a conclusione precedenti accordi presi con varie case editrici, da Bao a Rizzoli Lizard. Si tratta di una scelta forte, un modo per avvicinare, soprattutto nelle fumetterie, un pubblico lontano da quello delle edicole (in maniera non dissimile da quanto fatto da Panini per Topolino). Inoltre, la casa editrice apre una nuova linea editoriale dedicata ai giovanissimi, con un primo prodotto – 4 Hoods – creato dal prezzemolo Recchioni.

Possiamo ancora citare una prima collaborazione con RCS, tramite la Gazzetta dello Sport, dedicata alla ristampa, in in un formato inedito dal classico “bonellide”, con apparati redazionali e copertine inedite, delle storie brevi a colori uscite negli anni sulla testata Dylan Dog ColorFest. 53 uscite ad 1.99€ a partire dal 22 luglio, inaugurate dal remake, inedito, del primo albo dell’Indagatore dell’Incubo. Un altro modo per raggiungere nuovi lettori, ad un prezzo modico. Si tratta di strade che, se già Diabolik ha percorso negli anni, per la casa editrice milanese sono completamente nuove o quasi (gli allegati ai quotidiani sono da tempo utilizzati, con il gruppo L’Espresso).

C’è molta carne al fuoco al momento, e si spera che possa portare buoni frutti. Si parla anche di qualche sviluppo nel promettente settore del licensing e del merchandising, anche se non è detto che tutte le testate possano sopravvivere (Nathan Never sembrerebbe essere in difficoltà). Ma l’unico modo per sopravvivere nel mercato fumettistico è rilanciare sempre con nuove idee e nuove iniziative, mantenendo vivo il rapporto con i lettori ed essere capace di trovarne dei nuovi, senza inimicarsi quelli vecchi. E poi, ovviamente, realizzare buone storie, capaci di scatenare la scintilla dell’avventura che è stato il marchio di fabbrica di Sergio Bonelli.

@Badenji

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