Francesco Corallo, il ragioniere di Trani scambiato per il superlatitante

Un errore giornalistico sconvolge (per tre volte) la vita di un tranquillo professionista pugliese, la cui unica colpa è di avere lo stesso nome del "re dei videopoker" ricercato dalla polizia

Il telefono trilla, mentre da dietro le tende entra la luce chiara del mattino, la brezza marina del piccolo porticciolo. Trani, una tranquilla casa qualunque, 29 maggio 2012, e il telefono continua a suonare. Assonnato, il proprietario di casa prende la cornetta: «France’, ma che stai combinando ai Caraibi?». Ecco come il tran tran di provincia di Francesco Corallo di Trani, onesto ragioniere pugliese, è stato rivoltato come un calzino: tutto per colpa di un’omonomia e di (ripetute) sviste giornalistiche. Il ragioniere di Trani, infatti, per sventura ha un omonimo che  attualmente è latitante.

RE DEI VIDEOPOKER. Quest’ultimo Francesco Corallo, nato a Catania ma abitualmente residente tra Piazza di Spagna a Roma e Santo Domingo, è chiamato il “re dei videopoker” ed è proprietario di Bplus Giocolegale ltd, con sede a Londra, la ex Atlantis, vale a dire la società che gestisce un terzo delle scommesse legali in Italia come concessionaria dei monopoli di Stato per videopoker e slot machine. Dallo scorso maggio è indagato, tra l’altro, per associazione a delinquere, finalizzata alla corruzione e appropriazione indebita, nell’ambito dell’inchiesta Bpm. L’uomo risulta latitante ed è ritenuto dagli investigatori vicini al boss di Cosa Nostra Nitto Santapaola. È proprio in occasione della notizia dell’indagine Bpm, che entra involontariamente in scena il Francesco Corallo di Trani.

LA FOTO SBAGLIATA. Nel dare la notizia dell’inchiesta, il popolare sito Dagospia pubblica la foto del Corallo pugliese anziché di quello catanese. Altre testate ripropongono la foto dell’ignaro Corallo. Nell’appartamento di Trani si susseguono le telefonate di scherno degli amici, certi che sia solo stato commesso un errore, ma anche quelle più preoccupate di colleghi o clienti, che in quella gaffe mediatica non vedono nulla di buono. Corallo di Trani si dà subito da fare, contattando la redazione di Dagospia e ottiene la rimozione dell’immagine.
Passano i mesi e si arriva al 28 agosto. Dagospia ripropone un servizio su “Il reuccio dei videopoker in latitanza ai Caraibi” e nuovamente ricompare la foto del ragioniere di Trani che, per la seconda volta, fa rimuovere l’immagine errata.
Due giorni dopo, il 30 agosto, alla nuova notizia sul re dei videopoker, di nuovo viene abbinata la foto del ragioniere, che poi viene ripresa da tutti i giornali. Corallo non ne può più: «Io e Nitto Santapaola vicini, in cronaca – ha raccontato Francesco Corallo alla Gazzetta del mezzogiorno – un’immagine difficile da dimenticare, non solo per me, ma anche per chi dopo aver visto quella pagina si è in un certo senso allontanato da me, soprattutto a livello professionale. Sto avendo parecchie ripercussioni negative sulla mia dignità e reputazione professionale». Speriamo che, almeno questa volta, nelle redazioni abbiano memorizzato il suo volto.

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