Fininvest contro Saviano che aveva definito i suoi dipendenti «esercito di scherani»

In relazione ad un articolo pubblicato sull’edizione odierna, il Direttore Comunicazione della Fininvest ha inviato alla Repubblica la seguente lettera

Riceviamo e pubblichiamo

LETTERA AL QUOTIDIANO “LA REPUBBLICA”

In relazione ad un articolo pubblicato sull’edizione odierna, il Direttore Comunicazione della Fininvest ha inviato alla Repubblica la seguente lettera:

Da tempo non prendiamo più in considerazione le ricorrenti ossessioni di Roberto Saviano. E intendiamo proseguire così. Ma, probabilmente a caccia di quella visibilità che per lui appare un po’ in declino, sulla “Repubblica” di oggi con il consueto fondamentalismo e con raro sprezzo del pudore Saviano arriva all’inarrivabile, al totale capovolgimento della realtà. Nell’invettiva titolata “La cittadina Berlusconi” accusa quanti lavorano nel gruppo Fininvest – cominciando naturalmente dai suoi azionisti – per quella mostruosa macchina di distruzione mediatica degli avversari al cui inesauribile funzionamento, viceversa, proprio Saviano ha dato e dà un contributo determinante. Una macchina diventata peraltro industria di grande successo, economico ma non solo.

Pensi quel che vuole Saviano di Marina Berlusconi o dei suoi congiunti, ma impari a rispettare le migliaia di persone che nel gruppo lavorano: non si permetta di definire “eserciti di scherani” professionisti che con il loro impegno contribuiscono ogni giorno a garantire la libertà e il pluralismo nel nostro Paese. E soprattutto – anche se ci rendiamo conto di quanto Le possa costare – provi a rispettare la verità, cittadino Saviano.

Franco Currò
Direttore Comunicazione Fininvest
Milano, 27 luglio 2012

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