Facebook sbarca a Wall Street, ma i conti non tornano

Il fondatore Mark Zuckerberg, che detiene il 24 per cento dell'Equity, si ritroverebbe con un patrimonio personale di 24 miliardi di dollari. Ma qualche dubbio sull'operazione rimane. Come è possibile giustificare un valore di equity a 100 miliardi di dollari per una realtà che genera un utile operativo di 1,7 da un fatturato di 4,27 miliardi?

Il caso Facebook: un vero esempio da manuale. Il social network più famoso al mondo creato nel 2004 da Mark Zuckerberg è pronto per l’ingresso in borsa. Una sorta di certificazione dell’avvenuta maturità.
Era il 2004 quando Thefacebook.com entrava nel web da una stanza di Harvard progettato da quattro studenti; l’anno successivo gli utenti superavano i 5 milioni. Ad oggi, gli utenti mensilmente attivi di Facebook sono 800 milioni che generano al social network un fatturato di 4,27 miliardi di dollari e un utile operativo di 1,7 miliardi.
Il caso da manuale è riferito allo sviluppo e alle tempistiche di maturazione di un’idea imprenditoriale, che rappresenta un vero e proprio caso da Ventur Capital. Si parte con l’idea, la si sviluppa tecnicamente, la si testa nel mercato per poi lanciarla e diffonderla.
Le società adibite al finanziamento di queste realtà embrionali, nella prassi investono capitale per sostenere le fasi di crescita in un’ottica di disinvestimento futuro. La cosiddetta fase di maturità, viene individuata dalle società di investimento, quale il momento migliore per operare la strategia di exit-way. Infatti il capitale stimato di Facebook a fine 2010 era di 50 miliardi di dollari, ma il tentativo è di valutare l’Equity per la prossima operazione di quotazione a 100 miliardi.

Bono, cantante dello storico gruppo U2, attraverso il suo fondo di Private Equity è socio all’1,5 per cento del social network. Nel 2010 comprò la partecipazione pagando 150 milioni di dollari; rischia di vedersi rivalutato il capitale investito moltiplicato per 12,5 volte. Il fondatore Mark Zuckerberg, che detiene il 24 per cento dell’Equity, si ritroverebbe con un patrimonio personale di 24 miliardi di dollari.
Se, però, si guardano le cifre, i conti non tornano. Come è possibile giustificare un valore di equity a 100 miliardi di dollari per una realtà che genera un utile operativo di 1,7 da un fatturato di 4,27 miliardi?

Qualche dubbio viene. È vero che Facebook nell’ultimo anno ha aumentato il numero di utenti, ma nello stesso tempo, come sottolineato ieri dal quotidiano MF, il social network «sta perdendo slancio». Soprattutto tra i giovani si sta espandendo il giudizio che l’uso attuale di Facebook non persegua più il suo scopo originario: in molti stanno dirottando su Twitter.
Il rapporto tra utile operativo e patrimonio risulterebbe dell’1,7 per cento, un valore eccessivamente basso per chi valuta gli investimenti, non tanto per la mancanza di utile, ma per la sproporzione nella valutazione del patrimonio.
Twitter:@giardser

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