Esce allo scoperto la vera anima dei grillini, che con il Durt affossano i loro “amici” imprenditori

Come già il Durc, anche il Durt non serve a contrastare l'evasione fiscale e ha l'effetto negativo di rallentare ancora di più i pagamenti tra imprese

Ai grillini non bastavano né il principio della responsabilità solidale tra appaltatore e subappaltatore né tantomeno il Durc, il Documento unico sulla regolarità contributiva, che da tempo stanno rallentando pericolosamente i pagamenti alle imprese, già provate dalla crisi. No, hanno voluto spingersi oltre e sono riusciti ad inserire – facendolo votare dalla maggioranza – un emendamento al decreto del Fare che questa mattina ha ottenuto la fiducia della Camera e che introduce il Durt, il Documento unico di regolarità tributaria.

COS’È IL DURT. Il nome, apparentemente innocuo, del nuovo strumento non traduce in realtà la sua potenziale pericolosità: il Durt, infatti, vuole estendere il principio della responsabilità tra imprese dal pagamento dei contributi a quello delle tasse. In pratica, la responsabilità solidale tra appaltatore e subappaltatore per le ritenute alla fonte (Iva esclusa) scatterà ogni volta che l’appaltatore pagherà il subappaltatore senza richiedergli il Durt che attesti la sua regolare posizione nei confronti del fisco. E se il subappaltatore non dovesse risultare in regola, sarà l’appaltatore a rispondere in solido. Anche delle eventuali multe e sanzioni. Proprio come oggi già avviene con il Durc sulla regolarità contributiva per chi opera con controparti pubbliche. Solo che il Durt, oltre a introdurre l’obbligo di rispettare la regolarità nei versamenti al fisco dopo quelli contributivi, lo esporta anche al di fuori del pubblico, estendendolo ai pagamenti tra imprese. Un vero e proprio accanimento, insomma.

BUROCRAZIA. Per ottenere il Durt, inoltre, l’impresa dovrà iscriversi ad un apposito canale telematico che sarà predisposto dall’Agenzia delle entrate, cui trasmettere mensilmente la documentazione. Aggiungendo così nuove scartoffie alla già costosissima burocrazia che vessa le imprese. Non sarà obbligatorio farlo; ma in assenza del Durt l’appaltatore potrà rifiutarsi di pagare e farlo esclusivamente a suo rischio e pericolo. Il che rappresenta un ulteriore motivo di preoccupazione per chi in Italia vuole semplicemente fare il suo lavoro.

OLTRE IL DANNO LA BEFFA. Ma c’è un ulteriore problema che riguarda le micro-imprese che hanno un volume d’affari compreso tra 400 e 700 mila euro: se vogliono ricorrere al Durt, devono rinunciare alla possibilità di versare l’Iva trimestralmente e passare obbligatoriamente ad una frequenza mensile. La logica di questa disposizione parrebbe essere quella che versamenti troppo dilatati nel tempo destano automaticamente maggiori sospetti sulla regolarità dei versamenti al fisco. Peccato però che i grillini non abbiano pensato all’eventualità, ormai molto frequente purtroppo, in cui un’impresa si trovi in difficoltà finanziaria e in ritardo di uno o due mesi con i versamenti e che pertanto non possa incassare le somme per proseguire la sua normale attività. Con il rischio di fallire. Ma forse questo, in fondo, ai grillini non preoccupa più di tanto.

NUOVO MOSTRO. Un parziale motivo di sollievo potrebbe venire da una considerazione che il responsabile fisco nonché deputato di Scelta Civica Enrico Zanetti ha affidato a ItaliaOggi per spiegare le vere ragioni «dell’accanimento fiscale contro le imprese» dei grillini. «In questa valle di lacrime – ha scritto – una parola di speranza viene dal fatto che, secondo noi, inguaribili ottimisti, il Durt non diventerà mai operativo». Secondo Zanetti, infatti, il vero obiettivo di questo emendamento è quello di impedire l’abrogazione della responsabilità solidale e del Durc, che insieme costituiscono una disciplina «che poco riesce a fare sul fronte del contrasto all’evasione fiscale e molto invece sul fronte dell’aggravio degli adempimenti e del rallentamento dei pagamenti». Forse è questo il vero obiettivo dei pentastellati, ma deve far pensare la definizione che Rete imprese Italia ha dato del Durt: «Un nuovo mostro».

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