Emergenza rifiuti in Calabria per i debiti dei comuni

La discarica di Pianopoli da sabato sera è chiusa: l'azienda milanese che la gestisce, Daneco, chiede da tempo un incontro con la pa perché da tempo vanta crediti per 21,8 milioni di euro con i comuni

È emergenza rifiuti in Calabria: la discarica di Pianopoli (Cz), in cui confluiscono i rifiuti di tutta la regione, è chiusa da sabato. Ieri sera con un durissimo comunicato, la società milanese che la gestisce, Daneco, ha spiegato il perché: i crediti vantati con le pubbliche amministrazioni ammontano a 21,8 milioni di euro. Daneco spiega di essersi trovata costretta ad adottare il provvedimento dopo che era rimasta senza risposta la comunicazione inviata il 26 ottobre al Commissario straordinario per la gestione dell’emergenza rifiuti, ai 5 prefetti delle province calabresi, al presidente della Regione e persino ai ministeri dell’Economia e dell’Ambiente. Nella lettera, Daneco chiedeva con urgenza la convocazione di un tavolo tecnico per fronteggiare la situazione, ma tutto è rimasto in silenzio. Così oggi i cassonetti delle principali città, da Reggio a Cosenza, straripano di sacchetti: la raccolta è insufficiente, perché il ciclo si deve bloccare proprio alle porte della discarica. Domani il presidente della regione Giuseppe Scopelliti incontrerà i vertici Daneco.

BUROCRAZIA E CONTI IN ROSSO. «La società intende precisare che l’insostenibilità della gestione del sistema rifiuti in Calabria non è imputabile alla mancanza di impianti, ma è frutto di mancati pagamenti che non permettono di operare a regime» si legge nel comunicato rilasciato sabato. L’ufficio del Commissario per l’emergenza rifiuti vanta grossissimi crediti con le amministrazioni comunali, le più indebitate sono proprio le due città più grandi, Reggio e Cosenza, che però non pagano: il risultato è che a catena il debito è stato riversato su Daneco che si trova impossibilitata ormai a pagare fornitori, dipendenti ed erario. Il mix tra conti in rosso dei comuni e burocrazia elefantiaca (la situazione nasce da lunghissimi ritardi accumulatisi nel tempo, oltre che dalla mancanza di reazioni dalla pubblica amministrazione al richiamo del 26 ottobre) è la vera causa dello stop del ciclo dei rifiuti.

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