Elezioni del Presidente della Repubblica. Meglio Romano Prodi, Gino Strada o Emma Bonino?

In attesa del 18 aprile, i media stilano una lista di candidabili. Da Emma Bonino a Gustavo Zagrebelsky, l'importante è che sia antiberlusconiano. Magari donna, ma ancora meglio se è una firma di Repubblica.

Il 18 aprile il parlamento darà il via alle votazioni per eleggere il nuovo Capo dello Stato. Chi succederà a Giorgio Napolitano? Giornali e siti internet si interrogano. Si scatena la caccia al nome giusto, al profilo ideale. Ezio Mauro, direttore di Repubblica, cerca di influenzare le scelte Partito democratico: «Bisogna cercare un presidente della Repubblica in cui si sentano rappresentate le diverse culture politiche presenti in parlamento». E se non ci sono, avverte dal sito del quotidiano, «valgono i numeri».

ROMANO PRODI. Quale sarà la persona capace di essere una «guida morale» «di altissima rappresentanza», come vorrebbe il direttore di Repubblica? Chi riuscirebbe a rappresentare tutte le culture politiche del parlamento? Forse Romano Prodi? A fargli da sponsor non sembra esserci però il quotidiano di Carlo De Benedetti. Forse per scaramanzia, opta per suoi editorialisti e collaboratori (il nome del Fondatore Eugenio Scalfari è l’unico a non essere ancora fatto da parte del quotidiano). La somiglianza del profilo dell’ex leader del centrosinistra con quello tracciato da Mauro potrebbe in parte corrispondere. Se non altro per quanto riguarda la capacità di rappresentazione delle culture presenti nel paese. Nota virtù di Prodi è il suo ecumenismo politico. Fu lui a portare in parlamento il no global Francesco Caruso e il vincitore dell’Isola dei Famosi Vladimir Luxuria. Grazie a quelle alleanze ardite e vastissime (che i suoi avversari e detrattori definirono “carrozzoni”) riuscì a riscuotere due vittorie su due alle elezioni nazionali. Chi meglio di lui sarebbe in grado di rappresentare tutte le forze politiche, dal Movimento 5 Stelle alla Sudtirol Volkspartei?

ZAGREBELSKY O RODOTÀ? Da qualche tempo si fa largo, fra gli elettori di sinistra, anche il nome di Stefano Rodotà. Giurista e padre di Maria Laura (penna del Corriere), Rodotà è un politico apprezzato dai lettori di Repubblica e dai soci dell’associazione Libertà e Giustizia. Legalità e laicità sono le battaglie che ama combattere sulle pagine di Repubblica e nelle manifestazioni di Libertà e Giustizia. A spiegare il perché di questo amore per un giurista che come politico ha ricoperto l’incarico di vicepresidente della Camera e Garante della Privacy, ci pensa l’associazione Articolo21, che lo definisce «uno dei più acuti studiosi ed interpreti della rete, dei suoi possibili utilizzi, della democrazia civica, della società aperta, capace di opporsi a censure, integralismi ed oscurantismi di ogni natura e colore». Appena dietro Rodotà, nelle scelte degli elettori di sinistra, pare esserci il Presidente onorario di Libertà e Giustizia nonché Presidente emerito della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky. In ogni caso, spiegano i dirigenti di Articolo 21 «si tratta di personalità che hanno a cuore il bene comune, che hanno compiuto grandi battaglie per i diritti civili e di libertà».

SPINELLI O BONINO? Lanciato dal comitato “Se Non Ora Quando” la petizione per un Capo dello Stato di sesso femminile: «Senza la saggezza e la sensibilità delle donne, l’Italia non può uscire dalla crisi». «Vogliamo che la nostra nazione sia rappresentata a tutti i livelli, fino a quelli più elevati, della Presidenza del Consiglio e della Repubblica, da donne competenti e sagge», scrive Snoq. A fare il tifo per una donna è la “Rete” sul sito del Corriere della Sera. In un sondaggio, la militante radicale  Emma Bonino doppia nei voti Romano Prodi. E non è questa la sola candidatura femminile che si sia fatta. Michele Serra su Repubblica concorda con il fatto che serva una presenza femminile al Quirinale e propone un’altra firma di Repubblica, dopo quelle di Rodotà e Zagrebelsky: Barbara Spinelli. Sia Barbara che Emma, scrive Serra, sono «donne di grande intelligenza e totale indipendenza politica».

MEGLIO DARIO FO O GINO STRADA? Il Movimento 5 Stelle, per bocca del suo leader Beppe Grillo, ha già candidato prima Antonio Di Pietro e poi Dario Fo (che ha declinato). Ora la candidatura toccherebbe a Gino Strada. L’elezione a Capo dello Stato del fondatore di Emergency, secondo voci non confermate, sarebbe  ben vista dalla dirigenza grillina e, qualcuno sostiene, forse anche dal Pd.

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